Settimana sociale: “la condivisione delle proprie storie aiuta”, l’esperienza di una famiglia affidataria

(Trieste) “Avevamo meno di 60 anni in due quando abbiamo accolto Amina. Non sapevamo ancora che i figli naturali non sarebbero arrivati”. Così Francesco e Rosa Pavanello hanno raccontato la loro esperienza di affido, durante l’incontro-dibattito sulle famiglie svoltosi questo pomeriggio a Trieste, in una delle “piazze della democrazia” che costellano il centro cittadino. Amina oggi a 40 anni, “è una mamma affettuosa” e vive e lavora a Bruxelles, ha raccontato Rosa. Il segreto di esperienze come queste? Francesco e Rosa non hanno dubbi: “allargare le relazioni”, non solo ai familiari di chi si accoglie in casa propria, ma anche alle altre famiglie che hanno scelto questo percorso.“Nella nostra lunga vita familiare abbiamo conosciuto e coltivato relazioni con altre famiglie affidatarie e adottive”, hanno rivelato i due coniugi: “La condivisione delle proprie storie aiuta tantissimo, qualche volta è anche meglio degli interventi psicoterapeutici”. Rosa, ordinario di fisica all’Università di Trieste, è anche tutore di minori non accompagnati, e ha voluto condividere con la platea della Settimana sociale  l’esperienza con un ragazzo pakistano, arrivato a Trieste a 16 anni. “Nella struttura dove risiedeva – ha raccontato Rosa – nessuno era riuscito a costruire una reazione personale con lui. Era inquieto e trasgressivo. Così ho pensato di portarlo qualche volta a casa nostra, dove poteva prepararsi tranquillamente il suo thé alla maniera in cui era abituato nel suo Paese. Quando era da noi, faceva una videochiamata alla sua famiglia: ci teneva a mostrare che era in un posto dove veniva ben accolto. L’esserci con la famiglia era importante per lui”.

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