Settimana sociale: Pellai (psicoterapeuta), “dobbiamo essere davvero una comunità educante, far diventare la scuola un luogo che allena alla vita”

(Trieste) “Dobbiamo essere davvero una comunità educante. La cosa che serve di più a chi sta crescendo è sentire che il mondo adulto ha una mente adulta comune, ha una visione. Questa è una cosa che da 20 anni non sta più accadendo. Si è favorita tanto la partecipazione della famiglia nella vita scolastica ma questo si è trasformato più in un elemento di conflitto che di cooperazione e collaborazione. Gli insegnanti hanno la percezione che i genitori siano diventati sindacalisti dei figli”. Lo ha affermato oggi pomeriggio Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, nel suo intervento alla Piazza della democrazia dedicata a “Scuola: educarsi alla partecipazione” nell’ambito della 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia in svolgimento a Trieste.
Lo psicoterapeuta ha puntato il dito contro un sistema scolastico che è diventato “spersonalizzante e non funzionale rispetto alle sfide e ai bisogni educativi”. “La sfida enorme dell’oggi è far diventare la scuola un luogo che allena alla vita”, nella quale passi il messaggio che “sapere e sapere fare è importante quanto sapere essere”, un “aspetto attualmente depotenziato”. Abbiamo di fronte, ha proseguito, una “generazione ansia”: dal 2013, è stato rilevato, “la salute mentale dei ragazzi è peggiorata, si è deteriorata senza un punto di ritorno”. Questo è avvenuto – ha spiegato – perché “i cellulari si sono trasformati in smartphone”, diventando “strumenti di dipendenza che hanno rubato il desiderio di vita”. Pellai ha messo in guardia: “I ragazzi sono più dentro alle community che alle comunità, hanno più follower che amici”. E se “la scuola rimane l’unico luogo di relazioni vere” è pur vero che ormai “il tempo trascorso a scuola è paragonabile al tempo davanti allo schermo” dei device. Siamo in un’epoca nella quale le giovani generazioni sono contraddistinte da “deprivazione sociale, frammentazione dell’attenzione e della concentrazione, dipendenza per ingaggio dopaminergico e deprivazione di sonno, che è un fattore decisivo per la salute mentale e l’apprendimento”. Lo psicoterapeuta ha poi denunciato: “La Scuola 4.0 lo scorso anno ha riempito di gadget tecnologici scuole che non avevo palestra”. E dopo gli scroscianti applausi dei presenti ha chiesto: “Qual è la visione che noi abbiamo della crescita e come noi comunità adulta ci poniamo rispetto alla sfida del ripensamento generale che chiama in causa un nuovo umanesimo?”. Pellai non si è detto d’accordo con “una scuola nella quale si guarda il traguardo e non al percorso”. Bisogna pensare ad “una scuola che quando guarda il talento e lo vuole coltivare è perché lavora su tutte le abilità e competenze, le ‘life skills’”.

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