(Trieste) “La Chiesa non rivendica privilegi, non li cerca, ben consapevole di come questi in passato l’hanno fatta percepire preoccupata per sé e meno madre”. A precisarlo è stato il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, che nel suo intervento introduttivo alla Settimana sociale di Trieste, davanti al presidente Mattarella, si è soffermato sul contributo che la Chiesa può offrire all’Italia “in questa stagione storica”. “Ci sentiamo parte di un Paese che sta affrontando passaggi difficili e crisi epocali”, ha garantito: “basti pensare all’inverno demografico, alla crescita delle disuguaglianze, alle percentuali di abbandono scolastico, all’astensionismo e alla disaffezione sempre più numerosa alla partecipazione democratica, alla vita scartata che diventa insignificante per l’onnipotenza che si trasforma in nichilismo distruttivo di sé stesso. Sentiamo la sfida dell’accoglienza dei migranti, della transizione ecologica, della solitudine che avvolge molte persone, della difficoltà di spazi per i giovani, dell’aumento della conflittualità nei rapporti sociali e tra i popoli, infine della guerra che domina lo scenario internazionale e proietta le sue ombre su tutto questo”.