(Trieste) “Andiamo fieri di questa storia e siamo felici di vivere questi giorni a Trieste, in una terra di confine, segnata dal dialogo interculturale, ecumenico e interreligioso, da tanta sapienza antica e recente, porta che unisce est e ovest, nord e sud, ma anche terra segnata da ferite profonde che non si sono del tutto rimarginate. I troppi morti ci ammoniscono a non accettare i semi antichi e nuovi di odio e pregiudizio. Mai”. Lo ha ha garantito il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, durante la cerimonia di apertura della Settimana sociale di Trieste, davanti al presidente Mattarella. “Non vogliamo che i confini siano muri o, peggio, trincee, ma cerniere e ponti!”, ha esclamato il cardinale: “Lo vogliamo perché questo è il testamento di chi sulle frontiere ha perso la vita. Lo vogliamo per quanti, a prezzo di terribili sofferenze, si sono fatti migranti e chiedono di essere considerati quello che sono: persone! Il Vangelo ci aiuta a capire che siamo fatti gli uni per gli altri, quindi gli uni con gli altri. La nostra casa comune richiede un cuore umano e spiritualmente universale”.