“Cosa è successo, colpo di Stato, autogolpe, invasione dello Stato, assalto allo Stato, cosa è successo?”. Sono gli interrogativi risuonati ieri, nella cattedrale di Santa Cruz de la Sierra (Bolivia), durante l’omelia dell’arcivescovo, mons. René Leigue, che ha dato voce allo smarrimento e alle molteplici domande che sono sorte in seguito al fallito colpo di Stato di mercoledì scorso, che ha portato all’arresto del generale Juan José Zuñiga. L’arcivescovo ha auspicato una pronta risposta e avvertendo che “non si può mettere paura alla gente, ci sono stati momenti molto tesi, code per comprare la benzina, per comprare le cose, per prendere i soldi dalla banca, non si può mettere paura alla gente in questo modo per aumentare la popolarità di qualcuno”. Il riferimento dell’arcivescovo è alle ricorrenti voci sulla reale natura e veridicità dello stesso golpe. “Dobbiamo lottare per la democrazia, ma non in questo modo, giocando con i sentimenti della gente. Tutti i boliviani aspettano di vedere cosa è successo”, ha insistito l’arcivescovo Leigue, e ha incoraggiato a mantenere la fiducia nelle autorità e a pregare per loro, affinché ci diano certezze, in modo da non vivere in una continua incertezza: “Preghiamo per le autorità, in modo che agiscano come dovrebbero, correttamente, senza mettere paura a nessuno”.
Il contesto delle parole dell’arcivescovo è quello dell’incertezza rispetto all’origine e alla natura del fallito golpe, tanto che apertamente, nella stampa e nell’opinione pubblica, anche sulla scorta di alcune dichiarazioni del generale destituito, è stata avanzata l’ipotesi che si sia trattato di un’operazione “orchestrata” dallo stesso presidente Luis Arce, che vive un momento di difficoltà politica, sia per la situazione economica del Paese, sia per la spaccatura con il suo predecessore Evo Morales, che punta alla ricandidatura alle presidenziali del prossimo anno. Ieri Morales ha dichiarato di essere ancora “confuso” dalla rivolta militare di Zuñiga contro il governo di Arce, perché a suo avviso si è trattato di un “autogolpe”. Morales ha affermato che “Lucho (Arce) ha ingannato il popolo boliviano e il mondo intero con questo golpe o autogolpe”, durante il suo programma domenicale su Radio Kawsachún Coca.
“Evo Morales, non sbagliare ancora una volta! È chiaro che quello del 26 giugno è stato un fallito golpe militare in Bolivia”, la risposta via social di Arce. “Non si metta dalla parte del fascismo che nega l’accaduto! I responsabili che hanno cercato di prendere il potere con la forza sono stati perseguiti e saranno processati, come è avvenuto per i golpisti nel 2019”, ha aggiunto il presidente.