Si è svolta ieri, nella sala “Mons. A. Rossi” del santuario di Pompei, la presentazione del volumetto “Preghiamo Maria con il beato Bartolo Longo”, opera di Luciano Regolo, condirettore di “Famiglia Cristiana” e di “Maria con te”. Il libretto fa parte di una nuova esclusiva collana editoriale pensata per aiutare tutti a vivere la devozione a Maria, prendendo esempio dalla spiritualità di grandi santi e beati. Il volume sul fondatore di Pompei uscirà con i numeri di “Maria con te” e “Credere” di giovedì 4 luglio.
Questo testo è, secondo l’arcivescovo-prelato di Pompei, mons. Tommaso Caputo, “una preziosa opera divulgativ”a. Nel suo saluto, il presule si è chiesto cosa si potesse “dire di Longo che non sia stato già scritto? Egli stesso scrisse tanto: della sua storia personale, delle vicende del santuario sin dai primordi, di colei che lo accompagnò lungo il cammino e cioè la sua consorte, la contessa Marianna Farnararo, della quale, il 9 febbraio scorso, abbiamo celebrato i 100 anni dalla morte. I santi, però, sono imbevuti di Vangelo. La Parola di Dio, acqua che toglie la sete e salva, è immutabile, ma prende forme diverse. Parla, e continua a parlare, all’uomo di ogni tempo. I santi, che si lasciano permeare e plasmare dal Vangelo, ne assumono questa caratteristica. Le loro vite, le loro parole, risultano pertanto sempre attuali e parlano a ciascuno in maniera sempre nuova. È per questo che ogni punto di vista è prezioso e ci consente di cogliere sfumature diverse del protagonista del racconto. Pertanto Regolo legge la vita di Bartolo Longo filtrandola alla luce della propria sensibilità e la descrive con la chiarezza netta ed essenziale del giornalista, ancora di più del cronista”.
Nel suo intervento, il rettore del santuario, mons. Pasquale Mocerino, ha tracciato un dettagliato profilo del beato Longo, mettendo in luce il suo “essere-per-la-Madonna”, sempre, però, in chiave cristologica. “L’esperienza mariana – ha ricordato mons. Mocerino – pervade tutta la vita dell’Aavocato: dalla fanciullezza al ritorno alla fede; dall’inizio del suo impegno pompeiano alla progressiva maturazione della sua vocazione e della sua missione; dalla lettura teologico-spirituale della storia (e della sua in particolare) agli anni difficili delle prove; dalla sua costante preghiera e gioiosa contemplazione al momento ultimo del suo pellegrinaggio terreno”.
La superiora generale delle Suore domenicane “Figlie del Santo Rosario di Pompei” (fondate da Longo, assieme alla moglie), madre Ermelinda Cuomo, ha posto l’accento sulla “alleanza” tra il beato e la contessa De Fusco: “Oggi più che mai rappresenta un fervido esempio ed un invito alla responsabilità condivisa nell’affrontare il proprio quotidiano, in ogni declinazione. Si può dire che Bartolo Longo ci insegna quali grandi limiti comporterebbe agire senza parità tra i generi. Ciò che rende ‘speciale e santo’ il legame tra Bartolo Longo e la contessa De Fusco non è semplicemente l’esempio di ciò che oggi si definirebbe ‘pari opportunità’ ma, piuttosto, è la qualità dell’intesa tra i due su un comune senso della vita e della spiritualità ed anche sui reali bisogni di quella varia umanità che decisero di aiutare”.
L’autore, Luciano Regolo, ha ricordato che Bartolo Longo è un “nostro amico” perché ci appare in tutte le sue fragilità e, allo stesso tempo, ci mostra la sua fortezza d’animo, dopo la chiamata della Vergine in Via Arpaia: “Se cerchi salvezza, propaga il Rosario”, che divenne per lui programma di vita. Ispirandoci a Longo, tutti noi possiamo rinascere a nuova vita, attraverso la fede e l’affidamento alla Mamma Celeste.