Lavoro, salute e sanità, democrazia e partecipazione. Su questi tre focus si è concentrata l’attenzione dell’arcivescovo di Genova, mons. Marco Tasca, nel Discorso alla Città, pronunciato questa sera in cattedrale dopo la recita dei vespri e prima di presiedere la processione di San Giovanni Battista, patrono di Genova. “Se è vero che i dati sull’occupazione nella città di Genova, riguardanti l’anno 2023, registrano un aumento di occupati rispetto all’anno precedente” mons. Tasca ha evidenziato anche che aumenta “la precarizzazione del lavoro”, che a sua volta “genera la precarizzazione della vita”. Altro problema sono i “salari inadeguati”, come confermato dai dati della Caritas diocesana: “Su 4.891 persone aiutate dai centri di ascolto, 1.222 (cioè una su quattro) non è priva di occupazione, ma ha addirittura un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Sono i cosiddetti ‘lavoratori poveri’”. Collegato con la situazione lavorativa è il problema dell’emergenza abitativa, con molte richieste di aiuto per non dover lasciare la casa in fitto: “La Chiesa genovese è vicina a ogni situazione di crisi, difficoltà, sconforto. Attraverso le parrocchie, luoghi di solidarietà e di comunità che arricchiscono di bontà e accoglienza il nostro territorio, e attraverso le associazioni e i movimenti ci stiamo occupando di questo fenomeno per realizzare progetti di prossimità concreti ed efficaci”. Tornando sul lavoro il presule ricorda la necessità che i posti di lavoro siano “buoni”, che l’occupazione sia “di qualità”. E sogna “una città che sia non solo una perla di architettura, paesaggio, stile di vita, non solo un importante centro amministrativo e industriale, ma anche un grande laboratorio per i servizi e per l’innovazione”.
Facendo riferimento ad alcune indagini giudiziarie, che hanno coinvolto parte del sistema produttivo regionale e genovese, l’arcivescovo ha manifestato la preoccupazione della Chiesa genovese per “la possibilità che questa situazione rallenti o arresti l’avanzamento delle grandi opere di cui Genova ha urgente e improcrastinabile necessità”: “Queste infrastrutture potrebbero modificare e potenziare la dimensione della nostra città. Da un centro urbano medio-grande diverremmo una città realmente internazionale con un porto che diventerebbe – anzi ritornerebbe – fra i più importanti di Europa. La città, che negli ultimi 40 anni ha perso decine di migliaia di posti di lavoro e centinaia di migliaia di abitanti, potrebbe invertire la rotta e veder crescere l’occupazione, con lavori stabili e dignitosamente retribuiti. Tutta la comunità ne trarrebbe vantaggio: le imprese, i professionisti, l’università, ognuno di noi”.
A proposito della salute, mons. Tasca ha segnalato “diseguaglianze di salute nelle diverse zone della città” e invitato tutti a contribuire per ridurle. Inoltre, ha rammentato che “a Genova il 37% degli anziani vive da solo e si trova esposto al forte rischio dell’isolamento sociale. “Non posso non ricordare come le comunità cristiane rappresentino spesso contesti nei quali la malattia dell’isolamento è guarita con la terapia della comunione e della condivisione”, ha osservato.
Infine, a proposito della Settimana sociale di Trieste, ha affermato: “Riteniamo che sia indispensabile che tutti i cittadini italiani e in particolare coloro che si definiscono cattolici, tornino a percepire la politica come uno spazio e un’attività dove mettere a disposizione, per il bene comune, i propri talenti. Non solo è necessario, ma è urgente! La democrazia si nutre di partecipazione e, quando la partecipazione si affievolisce, la stessa democrazia è a rischio”.