Le persone intercettate dai Centri di ascolto siciliani nel 2023 sono state 12.602, accolte in prevalenza dai Centri diocesani ma rilevate anche dai centri di ascolto parrocchiali e zonali. In Sicilia si conferma la tendenza di incontrare, presso i centri d’ascolto, soprattutto cittadini italiani (72,7%), con un basso livello d’istruzione: l’85% delle persone ha al massimo la licenza di scuola media inferiore. Le Caritas di Sicilia fanno il punto sui dati regionali del Report statistico nazionale 2024 di Caritas italiana “La povertà in Italia”, presentato nei giorni scorsi a Roma. 75% dichiara di vivere in famiglia anche se il 24% dichiara di vivere solo. A conferma della prevalenza del lavoro povero e delle condizioni di irregolarità, il 50% delle persone seguite dichiara di non avere un lavoro, il 6,4% lavora ma non riesce a far fronte alle normali esigenze familiari ed il 10,4% è pensionato ma si rivolge ai centri per un sostegno. Sono oltre il 10% i contatti che non riescono a garantirsi una casa adeguata, versando in una condizione di senza dimora. La maggior parte delle persone si rivolgono alla Caritas da più di 2 anni ed il 35,4% da più di 3 anni. La cronicizzazione è probabilmente dovuta alla complessità delle situazioni che si presentano ai centri, risulta infatti che il 40,1 % delle persone ha più di 3 ambiti di bisogno.
Oltre alle difficoltà economiche ed occupazionali i bisogni maggiormente manifestati sono quelli riferiti ai seguenti ambiti: abitativo, familiare e salute.
Le maggiori richieste, oltre a quelle di beni materiali, sono legate al mantenimento o richiesta di un alloggio e alle spese sanitarie. Gli interventi delle Caritas rispecchiano le richieste pervenute anche se le percentuali delle risposte testimoniano l’impossibilità di far fronte alle tante esigenze. “Purtroppo continuiamo a registrare un impoverimento anche nel nostro territorio siciliano e come evidenziano i volti – più che i numeri – delle persone incontrate trattasi di persone italiane – commenta Domenico Leggio, delegato regionale Caritas siciliane e direttore di Caritas Ragusa –. Ovviamente quanto rilevato dalla rete dei centri di ascolto è un campione rispetto agli innumerevoli servizi attivati da tutte le Chiese di Sicilia e dalle parrocchie ma rappresenta bene quanto vivono le persone nei nostri territori. Si confermano alcune preoccupazioni come l’abitazione (dal campione si rileva chiaramente la presenza di senza dimora), la salute, l’istruzione e la conseguente bassa scolarizzazione, il lavoro non solo precario ma anche povero perché insufficiente a soddisfare i bisogni della persona e del nucleo familiare, l’impossibilità a raggiungere le proprie aspirazioni e direi i propri sogni”.
Rispetto a quanto emerge, prosegue Leggio, “è necessaria la costante e forte alleanza con le istituzioni pubbliche affinché possa attuarsi una co- programmazione che tiene conto di una serie di misure innovative dettate dall’esperienza sul campo e rilevate direttamente dall’incontro personale che i nostri volontari ed operatori agiscono quotidianamente. Una gratitudine va a loro che ci consentono di raggiungere le persone incontrandole non solo nei bisogni ma anche negli sguardi, nelle emozioni e nella costruzione di una speranza possibile e di una restituzione di dignità ed al nostro Osservatorio regionale delle povertà e delle risorse per il servizio che svolge”.