La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri) del consiglio d’Europa ha pubblicato oggi il suo Rapporto annuale relativo al 2023 (https://rm.coe.int/annual-report-on-ecri-s-activities-covering-the-period-from-1-junuary-/1680b0505d). Tre sono le tendenze e le sfide emerse nel corso dell’anno: la prima è conseguenza della guerra di aggressione in corso della Federazione Russa contro l’Ucraina, che ha causato diversi milioni di ucraini sfollati in Europa, dove si sono però rifugiati anche i cittadini russi “in fuga dalla leva militare o dalle persecuzioni politiche, anche per aver preso posizione contro l’invasione”. A questi si sono aggiunti oltre 100.000 armeni del Karabakh che hanno cercato riparo in Armenia, e gli arrivi dei richiedenti asilo provenienti da altre parti instabili del mondo. Riguardo a ciò, l’Ecri mette in luce “casi ricorrenti di discrepanze nel trattamento tra diversi gruppi in base alla loro etnia” ed evidenzia inoltre che “gli Stati ospitanti dovranno sviluppare politiche a lungo termine”, dal momento che la situazione di guerra in Ucraina perdura. L’Ecri mette in allerta anche rispetto a “diversi episodi di odio anti-ucraini”. La seconda tendenza è legata all’attacco terroristico di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023 e alla successiva guerra di Israele a Gaza: “livelli vertiginosi di antisemitismo in diversi Paesi” sono stati registrati, che si sono sostanziati attraverso discorsi d’odio, atti vandalici, attacchi fisici. E precisa l’Ecri: “Mentre la critica a Israele non può essere considerata di per sé antisemita, l’appello alla violenza contro gli ebrei lo è”. Parallelamente, tuttavia, si è manifestata anche una terza tendenza segnalata dal Rapporto, vale a dire la crescita di episodi di odio contro i musulmani; in alcuni casi anche “il discorso pubblico ha utilizzato la minaccia di una cosiddetta islamizzazione delle società europee, per vantaggi politici”. Tra le raccomandazioni dell’Ecri rispetto alle sfide è quella di “promuovere società diverse e inclusive”.