L’Italia non è un Paese per bambini e adolescenti. È questa l’impressione che si ha leggendo la Relazione al Parlamento 2023 dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), presentata nel pomeriggio del 20 giugno a Roma, nella Sala della Regina a Montecitorio. È così? “Le rispondo con quello che hanno detto i ragazzi nella consultazione ‘Il futuro che vorrei’, dove quasi l’80% ritiene di non essere al centro delle scelte politiche del nostro Paese. I ragazzi non sono ancora sufficientemente ascoltati, non sono assolutamente coinvolti nei processi decisionali che li riguardano”, dice al Sir la garante, Carla Garlatti. “Qualche timido passo si sta facendo – ci spiega Garlatti – , ma bisogna farne molti di più, perché l’atteggiamento che si deve assumere deve essere un atteggiamento completamente diverso. Bisogna assumere una modalità di sostenibilità intergenerazionale, essere consapevoli che i destinatari diretti delle nostre decisioni sono i giovani e che le decisioni che prendiamo oggi non potranno in nessun modo né ledere né compromettere le decisioni che dovranno prendere i giovani nel futuro, i loro diritti nel futuro. È questo il messaggio principale che io voglio rivolgere alle istituzioni:
ascoltiamo di più i ragazzi, non facciamo come se non ci fossero”.
“Smettiamo di far finta che i minorenni non esistano. Se non li prendiamo sul serio e non ascoltiamo le loro richieste rischiamo l’implosione o l’esplosione di un’intera generazione. E penso che siamo tutti d’accordo nel non volere nessuna di queste due cose”, è l’allarme lanciato della garante, che denuncia anche la narrazione negativa che prevale a proposito dei minorenni, dei quali si parla solo come autori di gesti violenti, contestatori aggressivi e membri di baby gang. “La realtà è un’altra: ad esempio i reati a carico dei 14-17enni sono calati del 4,15% tra il 2022 e il 2023”, puntualizza, dissentendo: “Di contro la risposta del mondo degli adulti è quella di dare una stretta. Una stretta che finora non ha prodotto effetti deterrenti. Anzi, l’aumento delle presenze nei 17 Istituti penali per i minorenni (Ipm) rischia di determinare casi di sovraffollamento delle strutture e sovraccarico per gli operatori, con ripercussioni sull’efficacia dei percorsi di rieducazione e recupero”. A tal proposito Garlatti evidenzia come dai dati del Ministero della Giustizia sia possibile calcolare che “in un anno, da maggio 2023 a maggio 2024, il numero dei minorenni negli Ipm è passato da 210 a 339: 129 in più, pari al 61,4%”. A segnare la differenza sono stati gli ingressi dei ragazzi tra 16 e 17 anni aumentati del 74,4%.
“C’è anche un altro racconto che si può fare dei minorenni ed è quello dei gesti per i quali vengono premiati gli Alfieri della Repubblica – prosegue Garlatti -. Non pensiamo che si tratti di casi isolati: non li vediamo perché non se ne parla a sufficienza. Che i minorenni siano capaci di impegno lo dimostra anche il lavoro svolto dalla Consulta delle ragazze e dei ragazzi dell’Agia, affiancata da quest’anno dal Consiglio nazionale delle ragazze e dei ragazzi dell’Autorità”. “Ho più volte formulato, nel corso del mio mandato quadriennale, l’invito ad ascoltare i minorenni. Chiediamoci allora come ha risposto il mondo degli adulti alla libera espressione del pensiero dei ragazzi. In alcuni casi alle rivendicazioni dei ragazzi sono seguite sospensioni a scuola o reazioni a dir poco spropositate delle forze dell’ordine”, la denuncia. Cosa offre oggi l’Italia a bambini e ragazzi?
“I minorenni purtroppo sono la fascia di popolazione con la più alta incidenza di povertà assoluta, in particolare gli stranieri. È impressionante pensare che il 2,5% dei minori di 16 anni non può accedere a un pasto proteico al giorno”, afferma la garante.
Già nel 2019 il Comitato Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza aveva invitato a colmare i divari tra le Regioni relativi all’accesso ai servizi sanitari, agli standard di vita essenziali e all’istruzione. Garlatti indica nell’adozione dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep) una delle risposte principali alle disparità presenti nel Paese. “La riforma per l’autonomia differenziata può consentire la definizione una volta per tutte dei Lep che riguardano l’infanzia e l’adolescenza, ma è fondamentale che la riforma non si trasformi in uno strumento che renda ancora più profondo il solco tra le Regioni”. In materia anche l’Autorità garante sta lavorando per fornire il proprio contributo.
Nell’Italia di oggi i ragazzi manifestano rabbia per scelte che passano sopra le loro teste. Per Garlatti, è come se fossero relegati in un mondo a parte, separato da quello degli adulti. La società dovrebbe invece aderire a un modello di sostenibilità intergenerazionale. “Un esempio è rappresentato dalla questione del cambiamento climatico, che è fortemente avvertita dai ragazzi mentre il mondo degli adulti sembra indifferente”. Più in generale
“occorre un cambio di rotta, culturale, sociale e politico,
che permetta di abbattere il diaframma che separa la dimensione adulta da quella minorile – conclude Garlatti -. Bambini e ragazzi devono essere considerati tra i destinatari diretti delle decisioni e delle scelte politiche. Oggi purtroppo non appaiono nemmeno sullo sfondo: lo dimostra il fatto che i ragazzi fanno di tutto per far sentire la loro voce, senza essere nei fatti ascoltati”.
L’Agia lancia due iniziative destinate ai minorenni in condizione di fragilità, progetti che nascono come possibili risposte alla povertà educativa. Una novità? “Sì – ci dice Garlatti -, lo sono. Noi siamo una piccola Autorità e con dei mezzi limitati, ma il segnale che voglio dare è l’importanza di offrire ai giovani un’alternativa, che contemporaneamente li allontani dalla strada. La prima iniziativa, da attuare con la collaborazione di organizzazioni no-profit e imprese sociali, mira a realizzare, con un fondo di 600mila euro, attività nelle scuole secondarie di primo e secondo grado e punta ad abbattere povertà economica e povertà educativa. Si tratterà di iniziative per coinvolgere e motivare gli studenti, in particolare quelli con maggiori di difficoltà e a più alto rischio. Si interverrà anche per affrontare temi cruciali nella prevenzione dell’abbandono scolastico: gestione dei conflitti, autostima, parità di genere, inclusione e partecipazione. Sarà promosso l’utilizzo di ambienti informali di apprendimento e aggregazione all’interno delle scuole”. L’altro bando, del valore complessivo di un milione e 500mila euro, “mira a coinvolgere i piccoli comuni nella promozione di attività sportive per i minorenni tra i 6 e i 17 anni. Saranno assegnati contributi ad associazioni sportive dilettantistiche affiliate a una o più federazioni o a enti di promozione sportiva riconducibili al Coni. L’obiettivo è promuovere la partecipazione ad attività sportive di bambini e ragazzi con disabilità o appartenenti a famiglie in condizioni di svantaggio socioeconomico. E vuole favorire la pratica dello sport per i valori positivi che trasmette”, rileva la garante.
Offrire una serie di punti di vista e di approfondimenti sui temi che toccano i diritti di bambini e ragazzi in Italia. Nasce con questo intento la rivista dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza distribuita in anteprima in occasione della presentazione della Relazione al Parlamento. La testata – “Prospettive sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza” – avrà cadenza quadrimestrale e formato cartaceo. Sarà comunque consultabile anche sul sito dell’Agia. “Ho voluto istituire la rivista – ci chiarisce Garlatti, che ne è il direttore editoriale – come luogo di ascolto e di dibattito, per affrontare le problematiche dell’infanzia e adolescenza da un punto di vista pluralista. Infatti, nostra ambizione è quella di raccontare il percorso di crescita verso l’età adulta con occhi diversi e con un linguaggio nuovo, che non prenda in considerazione soltanto l’approccio giuridico ma tenga conto appunto di differenti ‘prospettive’: psicologica, sociale, educativa e strettamente personale. Inoltre, il punto di vista di chi scrive su ‘Prospettive’ non sarà necessariamente quello dell’Autorità garante. Talora, infatti, saranno ospitati contributi nei quali l’Agia potrà trovare punti di condivisione, ma anche di dissenso oppure di critica. L’importante sarà aver attivato un confronto che si concluda con un arricchimento culturale sul tema dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”.