“In questi tre giorni vi troverete a fare bilanci, a capire le sfide, a scegliere. Voi avete qualcosa di molto importante: essere una rete. Nella società di oggi, si pensa in maniera molto individualista e facciamo una grande fatica a pensarci insieme. E mi sembra che negli ultimi tempi stiamo diventando consapevoli che l’io senza il noi non trova nemmeno sé stesso. Soltanto mettendoci in rete con gli altri, trovando la relazione con l’altro, possiamo trovare le nostre risposte. Perché l’io e il noi sono complementari, e anche questo è la rete”. Si apre con queste parole il messaggio di saluti che il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha inviato ai partecipanti della XV convention del Consorzio nazionale Gino Mattarelli (Cgm) che si è aperta oggi a Bologna, presso la sede del DumBo. Il porporato ha posto l’attenzione sull’importanza delle “imprese sociali per migliorare la condizione di tanti”. “Viviamo in una generazione che ha paura del futuro – ha osservato –, tanto è vero che non lo prepara e non lo dona: perché, se non regalo a qualcuno la vita, finisce con me. Regalare il futuro significa anche regalare la vita, ma ne abbiamo paura. Cerchiamo tante sicurezze che sono importanti e devono esserci, ma non sono mai soltanto quelle la risposta alla passione per il futuro”. “Le vostre imprese . ha proseguito il card. Zuppi – permettono di costruire il futuro e una socialità diversa. Una socialità inclusiva non esclusiva, che non scarta ma incarta, rimette insieme, che crea quella fondamentale relazione che unisce e che permette di trovare insieme le risposte necessarie per tutti, per ogni ‘io’ e quindi anche per il ‘noi’”. E poi un’esortazione: “Guardate alle sfide non facendo finta, come fa lo struzzo mettendo la testa sotto pensando così di essere in salvo, ma anche quelle più grandi, sognando delle risposte sempre innovative, ma sempre in rete che unisca diversi soggetti che permetta all’Io di pensarsi insieme in una comunità”.