“Già al momento della sua promulgazione, l’Agesc accolse criticamente la legge sulla parità perché priva della parte di erogazione finanziaria alle famiglie, che riteniamo ancora oggi fondamentale per garantire la libertà di scelta educativa”. Il sistema nazionale “discrimina su base economica” chi, pur pagando l’Irpef e desiderando scegliere, “non ha alternative alla scuola statale, l’unica interamente finanziata dai soldi pubblici”.
Lo dice in un’intervista al Sir Umberto Palaia, neopresidente dell’Associazione genitori scuole cattoliche, che invita questi ultimi a “prendere coscienza della loro soggettività sociopolitica, ossia di essere portatori di istanze che, se realizzate, producono un effetto positivo su tutta la società e concorrono al bene comune”. Sul voucher scolastico o buono scuola “è per noi ancora attuale, e purtroppo irrealizzato in tante regioni d’Italia – sostiene il neopresidente Agesc –. Dove esiste, come in Lombardia e Veneto, è stato dimezzato dal contingentamento mediante l’indicatore Isee – la cui applicazione è virtuosa quando si tratta di erogare prestazioni sociosanitarie – assolutamente distorsivo se utilizzato per contemperare uno strumento, il buono scuola, che deve garantire la libertà di scelta educativa per tutti, indipendentemente dal reddito”.
Fondamentale “un’alleanza tra genitori e scuola, in cui le figure educanti condividano finalità e metodi del progetto formativo e si sostengono a vicenda conferendo l’uno all’altro quell’autorevolezza che i ragazzi cercano per essere guidati nella crescita”.
E sull’autonomia differenziata Palaia conclude: “L’istruzione è fra le 14 materie su cui la concessione di maggiore autonomia è subordinata alla determinazione dei cosiddetti Lep, i Livelli essenziali di prestazione, che il governo dovrà approvare entro due anni. Questo passaggio sarà determinante per valutare l’impatto che la norma potrà avere in termini di equanimità tra tutte le regioni. Anche dal punto di vista della parità economica, indispensabile per realizzare la libertà di scelta educativa, bisogna aspettare per capire se l’autonomia possa inibire l’applicazione di strumenti e meccanismi di finanziamento alle scuole paritarie e di sostegno alle famiglie dalla valenza universale”.