“Benedetto ha rinunciato per onestà”. Lo rivela il Papa, nel libro “Il successore” di Javier Martinez Brocal, frutto di tre conversazioni fra il Santo Padre e l’autore tra luglio 2023 e gennaio 2024, di cui la Repubblica ha pubblicato alcune anticipazioni. “Non è una mia ipotesi, lo so perché è stato lui stesso a dirmelo. Una volta stavamo parlando ed è venuta fuori la questione”, spiega Bergoglio: “Sentiva che le forze lo stavano abbandonando, ed era un problema, perché a luglio 2013 avrebbe dovuto affrontare il viaggio a Rio de Janeiro per la Giornata mondiale della gioventù. La sua rinuncia è stata un gesto di onestà. Non era per nulla attaccato al potere”. Quanto alla possibilità che in futuro un papa possa rinunciare, Francesco ribadisce: “Credo che dipenda da ciascuno. Ora questa porta è aperta. È un’opzione che è sempre esistita, ma Benedetto l’ha resa concreta. Alcuni mi chiedono se anch’io ho intenzione di rinunciare. È una possibilità reale, ma per il momento non ne sento la necessità”. Il Papa racconta poi il primo incontro con il papa emerito a Castelgandolfo, subito dopo la sua elezione: “Si sedette a un tavolo, sopra c’erano un grosso scatolone e una cartellina. ‘Questi sono gli atti dell’inchiesta’. Si riferiva alle conversazioni dei tre cardinali ‘investigatori’ sul caso Vatileaks. C’era di mezzo una vera e propria cricca. C’era chi manovrava, chi raggirava… Tra le vittime ci fu anche l’allora cardinale Pietro Parolin, volevano impedire la sua nomina a segretario di Stato”. “Chi sbaglia va perdonato e si volta pagina”, osserva Francesco: “tutt’altra questione sono gli ostinati. C’erano alcune persone con ruoli di secondo piano che avevano le mani in pasta. Tomko, De Giorgi e Herranz indagarono per mesi e presentarono le loro conclusioni soltanto a Benedetto XVI. Per questo quel giorno a Castel Gandolfo Benedetto volle spiegarmi personalmente le conclusioni a cui erano giunti i tre cardinali”. “Dopo la pubblicazione del libro del cardinale Robert Sarah fui costretto a domandare al segretario di Benedetto che facesse richiesta di ‘congedo volontario’ o ‘aspettativa volontaria’”, rende noto ancora Bergoglio: “Dopo questa esperienza, e altre, decisi di sciogliere immediatamente la segreteria papale. I miei due segretari collaborano anche con altri dipartimenti e mi aiutano solo part time. Restano con me per 4 o 5 anni, poi vengono sostituiti. Avere un segretario onnipotente non è una cosa buona. Fare il segretario è difficilissimo. Un buon segretario ti aiuta senza lasciare traccia di sé”.