“Famiglie semi di speranza. Fidati!!!” è stato il tema della Festa delle Famiglie della diocesi di Patti, che si sono ritrovate ad Acquedolci, in quello che è stato l’Istituto dei padri Giuseppini, a conclusione dell’anno pastorale, “convocati” dall’Ufficio di Pastorale Familiare. È stato un intenso momento di riflessione ma anche di divertimento, di preghiera ma anche di condivisione, ritmato da un passo del brano evangelico dell’XI domenica del Tempo Ordinario: “Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa”.
Alcune testimonianze sono state proposte, dopo il saluto dei direttori dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Familiare, don Calogero Tascone e i coniugi Angelo e Patrizia Morabito, da Chiara e Gabriele, fidanzati in cammino verso il matrimonio, dagli sposi Katia e Dario, da Alessio, in cammino verso il sacerdozio, e da don Enzo Smriglio, assistente regionale dell’Azione Cattolica e parroco della comunità “San Benedetto il Moro” di Acquedolci. Testimonianze che hanno evidenziato come sia possibile scorgere nella vita “semi di speranza” e come ciascuno debba impegnarsi a farli germogliare, nella certezza che arriveranno i frutti. Tema che, dopo un momento di gioco insieme, è stato ripreso pure dal vescovo Guglielmo Giombanco nell’omelia durante la celebrazione della messa. “La famiglia nasce – ha sottolineato – da un seme, quello dell’amore, che, in genere, scaturisce da uno sguardo, da un sorriso, da un abbraccio, e poi diventa una forza che travolge, coinvolge, conquista. Bisogna avere la stessa pazienza di Dio nell’aspettare, senza la fretta di voler subito raccogliere”. “Come dice Gesù nel Vangelo – ha aggiunto il vescovo – il granellino di senapa è il più piccolo, ma poi diventa un albero maestoso. Così è per la forza dell’amore: un piccolo seme che poi diventa qualcosa di grandioso, perché, nel cuore di Dio, dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce”.