“La politica serve: mi viene in mente quello che un papa ha detto sulla politica: è la forma più ala della carità, la forma più alta dell’amore”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, al termine del suo discorso ai leader del G7, ai quali – oltre a citare, senza menzionarlo, Paolo VI – ha consigliato “un romanzo famoso, inglese, che fa vedere il futuro senza politica”. Si tratta di “The Lord of the world” (Il padrone del mondo), il romanzo di fantascienza distopica scritto da mons. Robert Hughes Benson nel 1907, e raccomandato da Papa Francesco in diverse altre occasioni. “Può funzionare il mondo senza politica? Può trovare una via efficace verso la fraternità universale e la pace sociale senza una buona politica?”, si è chiesto Francesco: “La nostra risposta a queste ultime domande è: no! La politica serve! Davanti a tante forme di politica meschine e tese all’interesse immediato la grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine. Il potere politico fa molta fatica ad accogliere questo dovere in un progetto di nazione e ancora di più in un progetto comune per l’umanità presente e futura”. “Sempre c’è la tentazione di uniformare tutto”, ha aggiunto a braccio: “Mi viene in mente un romanzo famoso, inglese, ‘The Lord of the world’, che fa vedere il futuro senza politica”. Di qui l’importanza di una “sana politica per guardare con speranza e fiducia al nostro avvenire”: “La società mondiale – l’analisi del Papa – ha gravi carenze strutturali che non si risolvono con rattoppi o soluzioni veloci meramente occasionali. Ci sono cose che devono essere cambiate con reimpostazioni di fondo e trasformazioni importanti. Solo una sana politica potrebbe averne la guida, coinvolgendo i più diversi settori e i più vari saperi. In tal modo, un’economia integrata in un progetto politico, sociale, culturale e popolare che tenda al bene comune può aprire la strada a opportunità differenti, che non implicano di fermare la creatività umana e il suo sogno di progresso, ma piuttosto di incanalare tale energia in modo nuovo”.