Performance regionali sociosanitarie: l’Italia è spaccata in quattro. Lo sostiene il Crea Sanità (Centro per la ricerca economica applicata in sanità), secondo il quale quattro regioni del Centro-Nord – Veneto, Piemonte, Bolzano e Toscana – raggiungono i livelli migliori con un indice di performance superiore al 50% del massimo ottenibile; sette regioni si fermano tra il 45 e il 50%; sei sono tra il 37 e il 44% e in quattro regioni del Sud – Sicilia, Molise, Basilicata e Calabria – i livelli di performance sono inferiori al 35%. Tutela della salute; effetti che su questa hanno non solo gli aspetti sanitari, ma anche quelli sociali; necessità di monitorare cosa accadrà realmente applicando l’autonomia differenziata: tutto questo nel rapporto 2024 “Opportunità di tutela della salute: le performance regionali”, aggiornato agli ultimi dati disponibili per ogni regione, realizzato dai 104 esperti riuniti dal Crea in cinque gruppi: utenti, istituzioni, professionisti sanitari, management di aziende sanitaria e industria medicale. L’indagine, con i dati regione per regione, verrà presentata il 20 giugno a Roma (Istituto L. Sturzo – Via delle Coppelle 35, ore 11-13). L’analisi è stata condotta in base a 20 indicatori articolati su cinque dimensioni: equità, appropriatezza, esiti, innovazione, economico-finanziaria e sociale. “La buona notizia – si legge in un comunicato – è che negli ultimi cinque anni si è registrato un miglioramento del 46% delle performance che ha interessato tutte le ripartizioni geografiche e, in maggior misura – anche se il Sud è ancora indietro rispetto alla valutazione delle singole performance – le regioni del Mezzogiorno, poi quelle del Nord-Est, del Nord-Ovest e del Centro”.