“Quello che si vede è che lo Stato ha perso il controllo della situazione. Rispetto ai tavoli di dialogo avviati dal governo, qui non se ne vedono gli effetti”. È l’allarme lanciato dall’arcivescovo di Cali, mons. Luis Fernando Rodríguez, capitale del dipartimento meridionale della Valle del Cauca, di fronte al terrore per i continui attentati che stanno trasformando la Valle del Cauca in una zona di guerra, soprattutto a causa delle azioni dei dissidenti delle Farc che fanno riferimento a Iván Mordisco. In particolare, in preda alla violenza è il municipio di Jamundí, popoloso centro a sud di Cali. Secondo l’arcivescovo, che è stato intervistato dal network Caracol, la popolazione è “bloccata, vive nel terrore”. Ieri, per la quarta volta nel 2024, i dissidenti di Iván Mordisco hanno compiuto un attacco terroristico a Jamundí. Una motobomba è esplosa nel centro della città. Si è trattato del sedicesimo attentato dell’anno. In tutto sono morte decine di persone, tra cui alcuni agenti e militari. Il territorio montagnoso della zona è particolarmente adatto a fungere da nascondiglio per i dissidenti di Iván Mordisco che, secondo le autorità, sono responsabili dell’escalation terroristica iniziata nella seconda metà del 2023.
Nonostante l’emergenza, l’arcivescovo esorta a non demordere nell’impegno per la pace: “Papa Francesco ha parlato di compito arduo ma irrinunciabile, non dobbiamo cessare di cercare il dialogo e la pace”.