Sono 6 i principi e azioni che Telefono Azzurro propone nel suo Manifesto per un’intelligenza artificiale a misura di bambino, lanciato in occasione dell’avvio del G7 in Italia. la prima parola è “accesso”: “Eliminare le barriere economiche, sociali e culturali che ostacolano un accesso equo e inclusivo alle risorse positive dell’ecosistema digitale è fondamentale. Questo non solo favorisce lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale liberi da discriminazioni e pregiudizi, ma permette alle applicazioni di intelligenza artificiale di diventare strumenti affidabili nel supportare il percorso di crescita cognitiva, educativa e relazionale dei bambini e degli adolescenti”.
La seconda “sicurezza”: “Promuovere una progettazione by design di sistemi di parental control che consentano di attuare la co-responsabilità genitoriale nella fruizione dei contenuti digitali e utilizzare le potenzialità dell’intelligenza artificiale e della data intelligence per l’implementazione di sistemi di age verification efficaci, costruendo così un perimetro di sicurezza all’interno del quale bambini e adolescenti possano vivere le tecnologie con garanzie di protezione da rischi e pericoli”.
La terza “tutela”: “Orientare le piattaforme, anche applicando le potenzialità di processazione dell’intelligenza artificiale, all’attivazione di strumenti di monitoraggio e di intervento volti a rilevare e limitare negli spazi digitali casi di abuso e violenza, circolazione ed esposizione a materiale pornografico o pedopornografico (Csam, anche attraverso AI-generated), situazioni di hate speech, cyberbullismo, istigazione all’odio, alla violenza, nonché all’autolesionismo. Coinvolgere Ong e reti non profit impegnate nell’ambito della tutela dell’infanzia a essere parte attiva nelle attività di monitoraggio e contrasto agli usi distorsivi di piattaforme e tecnologie, anche con ruoli di enti segnalatori accreditati”.
La quarta “trasparenza”: “Impedire lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale generativa che non siano basati su fonti di dati dichiarate, trasparenti e verificabili, per limitare la diffusione di fake news e deep fake che – unite alla clusterizzazione in ‘bolle omogenee’ prodotta dagli algoritmi – causano una grave distorsione informativa e un progressivo annullamento dello spirito critico nell’infanzia”.
La quinta “educazione”: “Strutturare, favorire e sostenere programmi educativi e formativi di lungo termine basati su una ‘pedagogia digitale integrale’, rivolti ai minori e – per esteso – ai genitori e ai diversi soggetti e agenzie educative, a partire dalla scuola, volti alla diffusione di un’alfabetizzazione e un’educazione civica digitale che consentano a bambini e adolescenti di sviluppare e vivere con consapevolezza e capacità critica una cittadinanza digitale consapevole”.
La sesta “collaborazione”: “Istituire una Cop (Conference of the parties) per lo sviluppo di un ecosistema digitale a misura di bambini e adolescenti. Per tendere a questo, definire e consolidare da subito occasioni di collaborazione multistakeholder, negli ambiti nazionali e a livello sovranazionale, tra Istituzioni, Authorities, aziende tecnologiche, Ong e reti non profit attive nella tutela dell’infanzia, per condividere e rafforzare la responsabilizzazione verso la progettazione di tecnologie che siano safe-by-design, per la condivisione di framework etici e normativi di riferimento, per definire i valori di indirizzo e di implementazione delle tecnologie di intelligenza artificiale che possano garantire un ecosistema digitale a misura di bambino e adolescente, per mettere a sistema le esperienze e le funzionalità già attivate e esistenti facendole diventare patrimonio comune”.