“Avere come punto di riferimento il bene comune che, come ricorda Papa Francesco, ‘richiede un impegno che sporca le mani’ e ‘solo le mani sporche sanno cambiare la terra: la giustizia si vive, la carità si incarna e, solidali nelle sfide, in esse si persevera con coraggio’”. È la sollecitazione che arriva oggi dal vescovo di Lamezia Terme, mons. Serafino Parisi, in un messaggio ai sindaci neoeletti o riconfermati nelle ultime elezioni amministrative, alla guida dei Comuni di Amato, Cortale, Marcellinara, Miglierina, Motta Santa Lucia, Pianopoli e San Pietro a Maida augurando “buon lavoro”. Per il presule lametino il bene comune “non è da confondere con il mero benessere che, quando fa riferimento solamente all’abbondanza materiale tende ad essere egoista, tende a difendere gli interessi di parte, a non pensare agli altri e a cedere al richiamo del consumismo. Così inteso, il benessere, invece di aiutare, è portatore di possibili conflitti e di disgregazione sociale; affermatosi come prospettiva dominante, genera il male della corruzione, che scoraggia e fa tanto danno. Il bene comune, invece, è superiore alla somma dei singoli interessi; è un passaggio da ciò che ‘è meglio per me’ a ciò che ‘è meglio per tutti’, e comprende tutto ciò che dà coesione a un popolo: obiettivi comuni, valori condivisi, ideali che aiutano ad alzare lo sguardo al di là di orizzonti individuali”. Il vescovo augura “buon lavoro anche a chi è stato chiamato a servire la sua comunità dai banchi dell’opposizione. Il compito, complesso e delicato, di chi è chiamato a vigilare sull’operato di chi governa è di essere pungolo ma nello stesso tempo di contribuire responsabilmente e in modo costruttivo allo sviluppo ed alla crescita del proprio territorio, mettendo da parte interessi personali e posizioni precostituite”. Mons. Parisi auspica che, “finita la fase della ‘battaglia’ elettorale, in ogni realtà si trovi la pace fra tutti i cittadini e si lavori fattivamente nel pieno rispetto della dignità di ciascuno guardando verso il comune obiettivo che deve essere quello della crescita delle proprie comunità”.