Commercio: Mattarella, “è libertà, innovazione” e “costituisce un pilastro del modello sociale del nostro continente”

“Il commercio, radice tra le più antiche della civiltà europea, costituisce un pilastro del modello sociale del nostro continente, oltre che un motore decisivo, imprescindibile, dell’economia. È stato un elemento generativo della società moderna”. Lo ha ricordato stamattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo all’Assemblea generale di Confcommercio.
“Il commercio è libertà”, ha proseguito il capo dello Stato: “È veicolo di libertà. Libertà di fare. Libertà di scambio. Libertà di impresa. Di scelta per i consumatori. Volontà e capacità di corrispondere ai bisogni delle persone, delle famiglie”. Inoltre, ha aggiunto Mattarella, “il commercio è valore: dà valore alle cose. È specializzazione. È territorio. È innovazione. Circolazione di consumi, di costumi, di idee”.
“Il commercio – ha rilevato ancora il presidente – accompagna la crescita delle persone, alimenta, con l’accesso ai beni, la società del benessere. Quella che l’Italia ha conosciuto con la Repubblica, dopo la Liberazione. Quella società garantita dalla pace, conseguita in Europa con la realizzazione dell’Unione. Il commercio è dunque servizio alla coesione sociale, spinta allo sviluppo. Strumento essenziale per obiettivi come la sostenibilità ambientale. Palestra per l’integrazione, come testimonia la presenza, significativa, di aziende guidate da immigrati da altri Paesi. Palestra per la legalità: il commercio è termometro dello stato di salute di una società. Ed è apprezzabile il progetto legalità sviluppato da Confcommercio, per combattere ogni forma di criminalità, contro la contraffazione, contro l’abusivismo, per combattere l’usura. Fenomeno, quest’ultimo, che suscita interrogativi sullo stato di funzionamento del sistema del credito nei confronti dei piccoli operatori”. Mattarella ha poi ricordato che “il commercio in Italia è stato colpito severamente dalla contrazione dei consumi dovuto alle crisi che abbiamo attraversato, a partire da quella del Covid, per giungere all’aggressione russa all’Ucraina, agli attentati alla libertà di navigazione, crisi con ripercussioni sulla rete distributiva al dettaglio. La Repubblica ricorda e deve conservare memoria”. E ha voluto “rinnovare la riconoscenza per quello che avete fatto nei momenti più duri della pandemia, quando le nostre società erano paralizzate e le strade deserte: i negozi aperti sono diventati presidi della resilienza collettiva, anticipatori di quella ripartenza che poi è avvenuta. Grazie per quanto avete fatto in quei frangenti. Grazie per quel che siete”.

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