G7: Amref, “l’Africa non è un continente da cui prendere e di cui avere paura”

(foto: Amref)

“Non possiamo costruire un futuro comune se continueremo a vedere l’Africa come un continente da cui prendere e di cui avere paura”: è l’appello di Guglielmo Micucci, direttore di Amref Italia – parte della più grande organizzazione sanitaria africana -, in vista del G7, che si terrà dal 13 al 15 giugno in Puglia. Conflitti, clima, Piano Mattei e l’attenzione verso un’Africa giovane e dinamica, nel messaggio rivolto ai Capi di Stato. L’organizzazione dedica una riflessione anche all’AI, uno dei temi del G7. L’Africa sarà uno dei temi chiave del G7, a presidenza italiana. Già nel primo giorno, il programma vede un appuntamento dal titolo “Africa, Cambiamento climatico e sviluppo”. “Il cambiamento climatico va a colpire soprattutto quei Paesi, che non hanno partecipato all’aumento dell’inquinamento che influenza il clima”, afferma Micucci. Il continente, che causa meno del 2-3% delle emissioni globali di gas serra e che, a causa della scarsità di mezzi, ha la minore capacità di adattarsi agli effetti del riscaldamento globale, pagherà ancora una volta un prezzo molto alto per la mancanza di un’azione urgente in grado di affrontare questa sfida a livello globale.
Un richiamo particolare del direttore di Amref Italia va ai conflitti “chiediamo che si possa dare attenzione a quelle guerre dimenticate, che spingono le persone a scappare, perché non vedono più un futuro. L’attenzione del G7 torni in quei luoghi”. “In quanto al Piano Mattei, chiediamo con forza che si ascolti l’Africa. Per ora si è parlato di energia, migrazione, Nord Africa. Questo dà chiaramente l’idea che lo sguardo è rivolto ancora una volta verso di noi. Quella strada è sbagliata. Prima di andare a sbattere dobbiamo coinvolgere gli interlocutori africani per un Piano con l’Africa. Dall’altra parte del Mediteranno ci sono oltre 1,4 miliardi di persone che hanno voglia di conquistare il proprio futuro, di rimanere nei propri Paesi, per garantire uno sviluppo indipendente ma interconnesso al nostro. Non riusciremo a costruire un futuro se continueremo a vedere l’Africa come un continente da cui prendere e di cui avere paura”. Micucci ricorda che l’Africa è “un continente giovane, dove il 60% della popolazione è sotto i 25 anni”. Il suo augurio è che i “potenti del mondo” “smettano di immaginare cosa può essere buono per l’Africa ed inizino ad ascoltare il continente”.

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