“Oggi sono idealmente con voi per la firma del protocollo al quale è stato dato un nome impegnativo ed importante: ‘Il Patto per il Giubileo’”. Lo scrive in un messaggio il card. Augusto Paolo Lojudice, presidente onorario dell’Associazione Fonte d’Ismaele, in occasione della firma del protocollo a Roma.
“Il Santo Padre, Francesco, ha voluto dare al Giubileo una connotazione precisa. Chiede ai cristiani di essere pellegrini di speranza soprattutto in quelle che lui definisce le periferie esistenziali e dove ci chiede di essere portatori gioiosi del messaggio del Vangelo – ricorda il porporato -. Più volte il Papa ha sottolineato l’importanza e l’urgenza di essere accanto alle nuove generazioni, ai nostri ragazzi e ragazze soprattutto se in difficoltà ed emarginati soprattutto se hanno sbagliato e sono ‘caduti’”.
Il cardinale riprende, nel messaggio, le parole del Pontefice ai ragazzi del carcere minorile di Casal del Marmo: “Ognuno di noi può scivolare, questo ci dà la dignità di essere peccatori”. Gesù sa le nostre debolezze “e ci ama cosi come siamo, e lava i piedi a tutti noi. Gesù non si spaventa mai delle nostre debolezze, non si spaventa mai perché Lui ha già pagato, soltanto vuole accompagnarci, vuole prenderci per mano perché la vita non sia tanto dura per noi”.
Il card. Lojudice commenta: “Prendere per mano i giovani in stato di fragilità sociale è proprio la sintesi del protocollo che oggi andrete a siglare. Non parole, non sane intenzioni, ma la volontà di mettersi gioco per loro. Come si dice ci mettiamo la faccia!”.
E aggiunge: “Il fatto poi che il protocollo parta dal mio municipio delle Torri spesso famoso per fatti di cronaca nera, ci dice che non dobbiamo mai perdere il coraggio della speranza. Ma non solo. Questo il protocollo siglato qui oggi ci dice che questo territorio è ricco di tanti cittadini che credono nella Giustizia, nello Stato e nella solidarietà”.
Poi ricorda: “In tanti anni di impegno con Medicina Solidale, Fonte d’Ismaele e Dorean Dote proprio nel territorio del Municipio abbiamo incontrato tanta sofferenza, disperazione, a volte violenza, ma mai ci siamo arresi. La logica che ci porta a dire ‘tanto non risolviamo nulla’ non ci appartiene! Anche se solo salveremo uno di questi ragazzi avremo dato la nostra vera testimonianza di cristiani da strada come li definisco io”.
Il cardinale conclude: “Il Patto per il Giubileo in tale contesto è un segno forte per guardare al futuro delle nostre comunità non da sconfitti, ma come protagonisti del bene”.