Papa Francesco: udienza generale, “l’omelia non più di otto minuti, deve trasferire la Parola di Dio dal libro alla vita”

“Un modo di fare la lettura spirituale della Parola di Dio è la pratica della lectio divina. Essa consiste nel dedicare un tempo della giornata alla lettura personale e meditativa di un brano della Scrittura”. Lo ha detto Papa Francesco nella catechesi di oggi, durante l’udienza generale di questa mattina, in piazza San Pietro. Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il nuovo ciclo di catechesi “Lo Spirito e la Sposa. Lo Spirito Santo guida il popolo di Dio incontro a Gesù nostra speranza”, incentra la sua riflessione sul tema “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio”. Conoscere l’amore di Dio dalle parole di Dio. (Lettura: 2 Pt 1,20-21). “Tutti i giorni prendi un tempo per ascoltare, meditare, leggere un passo della scrittura. E, per questo, mi raccomando di tenere un Vangelo tascabile – ha continuato parlando a braccio -. Durante la giornata leggetelo quando capita. Ma la lettura spirituale per eccellenza della Scrittura è quella comunitaria che si fa nella Liturgia e in particolare nella messa. Lì vediamo come un evento o un insegnamento, dato nell’Antico Testamento, trova il suo pieno compimento nel Vangelo di Cristo”. Soffermandosi poi sull’omelia, il Papa ha ribadito che “deve aiutare a trasferire la Parola di Dio dal libro alla vita”. “Ma l’omelia per questo deve essere breve, un’immagine, un pensiero, un sentimento. L’omelia non deve andare oltre gli otto minuti, perché poi la gente perde l’attenzione. E ha ragione. Tra le tante parole di Dio che ogni giorno ascoltiamo nella messa o nella Liturgia delle ore, ce n’è sempre una destinata in particolare a noi. Qualcosa che tocca il cuore. Accolta nel cuore, essa può illuminare la nostra giornata e animare la nostra preghiera. Si tratta di non lasciarla cadere nel vuoto!”.

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