Qui a Bruxelles si attendono ancora alcuni risultati definitivi delle votazioni nazionali per definire l’Emiciclo del Parlamento europeo. Stando ai dati di oggi, 185 seggi ai Popolari, 137 per i Socialisti e Democratici e 79 per Renew Europe, cioè i liberal democratici. In questo caso la ex maggioranza Ursula conterebbe su 401 seggi su 720 totali, ai quali potrebbero aggiungersi 52 seggi dei Verdi nel caso ci fosse maggiore interesse al Green deal. Le destre dei conservatori e di identità e democrazia sono a 131 seggi, più 100 ancora da definire. Alla luce del voto, la cosiddetta maggioranza Ursula pro Europa sembra appunto rafforzarsi o comunque tenere. Occorre però ridefinire delle priorità politiche alla luce del contesto storico cambiato, pensare a delle riforme per rendere più efficace l’azione del Parlamento europeo, dell’Unione europea nel complesso, e poi affrontare i grandi temi dell’oggi: la sicurezza, la difesa, l’allargamento futuro. Von der Leyen sembra più vicina al secondo mandato e poi occorrerà interrogarsi su quale sarà il ruolo futuro dei nazionalisti al Parlamento europeo, che arrivano in grande quantità. C’è poi un riflesso del voto per il Parlamento europeo sugli Stati nazionali e sulle politiche interne. La Francia tornerà al voto dopo il crollo di Macron e il grande successo dei lepenisti. La Germania, traballa il governo Scholl. Poi ci sono scenari in movimento, in Polonia, in Spagna e anche in Ungheria. in Italia diremmo così: stabilità del governo, i partiti che sono a sostegno della Meloni hanno buoni risultati, interrogativi aperti nelle opposizioni con il partito democratico che si rafforza.