“L’ecumenismo non è solo un fatto di buona educazione, ma è anche per provocare qualcosa nell’identità della propria Chiesa”. A ricordarlo è mons. Derio Olivero, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale italiana (Cei), durante l’incontro promosso dalla stessa Commissione con le altre Chiese cristiane in Italia, in corso oggi a Roma. “Nella mia esperienza di ministro – spiega –, l’ecumenismo è passato dall’essere marginale all’essere essenziale. Quando sono andato a Pinerolo come vescovo ho toccato con mano l’ecumenismo e ho capito che il rapporto era essenziale. L’impegno di oggi, quale presidente della Commissione, mi ha aiutato a riscoprirlo. Ho capito che siamo nel momento in cui lo consideriamo essenziale. Il fatto, ribadito anche da alcuni dei presenti oggi, è che l’ecumenismo è ancora un fatto per pochi, ma abbiamo intuito quanto sia essenziale per riscoprire la propria Chiesa ed è uno stimolo per dire cosa fa la Chiesa cattolica. L’ecumenismo è essenziale perché la nostra società attuale è multiculturale e sarebbe assurdo e controproducente non respirare l’ecumenismo”.