“Bisognerebbe conoscere meglio e capire la situazione delle vittime, da dove vengono, quali sono le condizioni di miseria, degrado, mancanza di opportunità che le spinge a lasciare i loro Paesi. Ma bisognerebbe ascoltare di più anche le sopravvissute alla tratta di esseri umani, i loro vissuti di paura e dolore, ma anche di resistenza e di coraggio nei Paesi di destinazione in cui vengono sfruttate”. Ne è convinta Blessing Okoedion, sopravvissuta alla tratta, mediatrice culturale, presidente di Weavers of Hope, intervenuta alla presentazione – in sala stampa vaticana – del Messaggio del Papa per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. “È stato il dolore e la comprensione di quello che ho dovuto subire sulla mia pelle a farmi decidere di mettere la faccia in prima persona, raccontando la mia storia nel libro “Il coraggio della Libertà”, e a impegnarmi come mediatrice culturale”, ha raccontato la relatrice: “Ma è stata anche la relazione che ho avuto con suor Rita a spingermi a farlo. Per le vittime di tratta è importantissimo il supporto psicologico e la relazione interpersonale perché la tratta lascia tanti traumi, anche dopo che le vittime sono fuggite o sono state allontanate dallo sfruttamento”. “I trafficanti disumanizzano e oggettivizzano le loro vittime, con conseguente perdita di autostima e di controllo sulla propria vita, sulla propria libertà e dignità̀”, la denuncia di Blessing: “Suor Rita mi ha aiutata a ritrovare fiducia in me stessa e negli altri, a riprendere gli studi e a iniziare a lavorare come mediatrice culturale e interprete. E mi ha accompagnata anche a vivere la mia fede in modo più profondo e vero. Ho ritrovato i valori che mi aveva trasmesso la mia famiglia e che avevo un po’ perso dopo essere stata ingannata e trafficata da una donna che si diceva cristiana e che frequentava una delle tante chiese che proliferano in Nigeria. Ho imparato di nuovo che cosa significa essere cristiani. Solo dopo questo percorso ho deciso di rimettermi in gioco, di raccontare la mia storia e di combattere la tratta di esseri umani”. Da questa lotta è nata un’associazione chiamata Weavers of Hope, “Tessitrici di speranza”, che Blessing ha fondato con altre donne africane sopravvissute alla tratta di esseri umani. Grazie all’associazione Weavers of Hope Aps, circa 150 ragazze e donne sono state aiutate dal 2018 fino ad oggi ad uscire dallo sfruttamento sessuale e ad iniziare un percorso del re-inserimento sociale e lavorativo. “Ho intervistato 70 donne che hanno fatto il percorso di reinserimento dal 2004 al 2022”, ha detto la relatrice: “I racconti sono simili e fanno emergere che c’è ancora molto da fare affinché queste donne possano realmente condurre una vita in autonomia senza correre il rischio di cadere nuovamente nelle mani dei trafficanti”.