“Un’economista mi ha detto una volta: dialogo fra economia e filosofia, religione e umanesimo è possibile. Dialogo fra finanza, teologia e umanesimo, invece, molto difficile. È curioso questo!”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti ai “Dialoghi per una Finanza Integralmente Sostenibile” promossi dalla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice. “Vi siete dati un compito nobile: coniugare l’efficacia l’efficienza con la sostenibilità integrale, l’inclusione e l’etica”, l’omaggio ai presenti, a partire dal magistero sociale della Chiesa come “una bussola”. “Guardare al funzionamento della finanza, per denunciare i punti deboli e immaginare correttivi concreti”, l’esortazione del Pontefice: “Voi conoscete i processi finanziari, e questo è il vostro grande pregio, ma nello stesso tempo è anche una grande responsabilità. A voi spetta capire come far sì che l’iniquità diminuisca”. “Il denaro deve servire e non governare!”, il monito: “Ho sentito una volta un critico politico che diceva: ‘In questo Paese si governa dalle tasche’: è brutto! Voi avete lavorato su tre piani: il pensiero, la concretezza e la valorizzazione del bene. Sono d’accordo che è necessario non perdere mai di vista la concretezza, perché in gioco vi è la sorte dei più poveri, delle persone che faticano a trovare i mezzi per una vita dignitosa”. Rispetto al paradigma tecnocratico dominante, “c’è bisogno di una nuova cultura, capace di dare spazio a un’etica adeguatamente solida, a una cultura e a una spiritualità”, l’appello del Papa.