“I migranti spesso fuggono da situazioni di oppressione e sopruso, di insicurezza e discriminazione, di mancanza di prospettive di sviluppo”. A denunciarlo è il Papa, nel messaggio per la 110ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che sarà celebrata il 29 settembre, sul tema: “Dio cammina con il suo popolo”. “Come gli ebrei nel deserto, i migranti trovano molti ostacoli nel loro cammino: sono provati dalla sete e dalla fame; sono sfiniti dalle fatiche e dalle malattie; sono tentati dalla disperazione”, scrive Francesco: “Ma la realtà fondamentale dell’esodo, di ogni esodo, è che Dio precede e accompagna il cammino del suo popolo e di tutti i suoi figli di ogni tempo e luogo. La presenza di Dio in mezzo al popolo è una certezza della storia della salvezza”. “Molti migranti fanno esperienza del Dio compagno di viaggio, guida e ancora di salvezza”, osserva il Papa: “A lui si affidano prima di partire e a lui ricorrono nelle situazioni di bisogno. In lui cercano consolazione nei momenti di sconforto. Grazie a lui, ci sono buoni samaritani lungo la via. A lui, nella preghiera, confidano le loro speranze”. “Quante bibbie, vangeli, libri di preghiere e rosari accompagnano i migranti nei loro viaggi attraverso i deserti, i fiumi e i mari e i confini di ogni continente!”, esclama Francesco a proposito dell’esodo dei migranti, paragonato all’esodo biblico del popolo di Israele e alla natura “migrante” della Chiesa: “è possibile vedere nei migranti del nostro tempo, come in quelli di ogni epoca, un’immagine viva del popolo di Dio in cammino verso la patria eterna”, la tesi del Papa.