Papa Francesco: al Corpus Domini, “continuare a sperare e ricostruire senza mai stancarsi” anche di fronte “a cumuli di macerie a causa della guerra”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Il pane Eucaristico è presenza reale. E con questo ci parla di un Dio che non è lontano, che non è geloso, ma vicino e solidale con l’uomo; che non ci abbandona, ma ci cerca, ci aspetta e ci accompagna, sempre, al punto da mettersi, indifeso, nelle nostre mani. E questa sua presenza invita anche noi a farci prossimi ai fratelli là dove l’amore ci chiama”. Lo ha detto il Papa nell’omelia della messa per il Santissimo Corpo e Sangue di Cristo nella Basilica di San Giovanni in Laterano, cui è seguita la processione eucaristica fino a Santa Maria Maggiore. “Quanto bisogno c’è nel nostro mondo di questo pane, della sua fragranza e del suo profumo, una fragranza che sa di gratitudine, che sa di libertà, sa di prossimità! Vediamo ogni giorno troppe strade, forse una volta odorose di pane sfornato, ridursi a cumuli di macerie a causa della guerra, dell’egoismo e dell’indifferenza! È urgente riportare nel mondo l’aroma buono e fresco del pane dell’amore – ha aggiunto Francesco -, per continuare a sperare e ricostruire senza mai stancarsi quello che l’odio distrugge”. “C’è chi dice che è libero chi pensa solo a sé stesso, chi si gode la vita e chi, con menefreghismo e magari con prepotenza, fa tutto quello che vuole a dispetto degli altri” ma, ha osservato il Santo Padre, “questa non è libertà: questa è una schiavitù nascosta, una schiavitù che ci rende più schiavi ancora. La libertà non si incontra nelle casseforti di chi accumula per sé, né sui divani di chi pigramente si adagia nel disimpegno e nell’individualismo: la libertà si incontra nel cenacolo dove, senza alcun altro motivo che l’amore, ci si china davanti ai fratelli per offrire loro il proprio servizio, la propria vita, come ‘salvati'”.

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