Corpus Domini: mons. Nerbini (Prato), Gesù non è “un reperto archeologico”. Il suo messaggio “necessario oggi” per non far diventare “le diversità conflitti”

Gesù non è “una storia del passato, un reperto archeologico” e il suo messaggio “di tolleranza, accoglienza, altruismo ci è ancora più necessario per costruire una società articolata e complessa come la nostra dove le diversità rischiano di diventare conflitti e chiusure, e gli interessi di una parte il terreno di conflitto con gli altri”. Lo ha detto il vescovo di Prato, mons. Giovanni Nerbini, al termine della solenne messa del Corpus Domini, celebrata ieri sera, giovedì 30 maggio, in cattedrale. La pioggia battente caduta su Prato ha annullato la tradizionale processione per le strade del centro storico, attraverso la quale la comunità ecclesiale si riconosce in Gesù Cristo Eucarestia. Circa novecento persone hanno partecipato alla funzione. Nelle prime file erano presenti le autorità civili della città e i rappresentanti delle forze dell’ordine. Il Comune era rappresentato dal presidente del Consiglio comunale, Gabriele Alberti, vicino a lui il prefetto Michela La Iacona e il questore Pasquale Antonio De Lorenzo. Folta la presenza anche dei rappresentanti delle associazioni, dei gruppi e dei movimenti. Alle autorità presenti il vescovo ha rivolto parole di ringraziamento. “Sappiate che noi ci siamo e ci saremo sempre ogni volta che ci sarà bisogno di rimettersi intorno ad un tavolo per cercare la soluzione ad un problema, e costruire insieme un nuovo pezzo di futuro, dignitoso, ricco attenzioni per la crescita di Prato”. Mons. Nerbini ha poi fatto riferimento all’incontro avuto nella mattina di ieri in una scuola pratese con l’imam di Firenze Izzedin Elzir, durante il quale i bambini hanno chiesto loro perché l’uomo a volte compie il male e se credessero nella pace. “Non dobbiamo spengere questo candore – ha detto il vescovo – ma dobbiamo infondere fiducia, accompagnare sulle impervie strade di questo mondo, costruire sentieri di pace”. Poi ha aggiunto: “Cosa siamo disposti a fare perché non si producano più armi, perché ogni popolo abbia una terra, sia riconosciuto nei suoi diritti. I bambini ci guardano proprio mentre si stanno attrezzando di valori e crescono. Aspettano da noi esempi, coraggio, verità, luce, fiducia”. Infine il vescovo ha annunciato la presenza a Prato, dal 14 al 16 giugno, di tremila piccoli scout Agesci, lupetti e coccinelle, provenienti da tutta la Toscana per il loro raduno regionale.

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