Per chi segue le misure alternative al carcere il rischio di recidiva è minore, ma a Firenze le strutture e i posti sono pochi. “E’ necessario aumentare risposte e posti disponibili per le misure alternative alla detenzione” è la richiesta che arriva dal convegno “Carcere e giustizia riparativa – Un percorso di riforma in atto. A che punto siamo in Toscana?”, promosso dal Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Firenze e dalla Scuola di Giurisprudenza insieme a Fondazione Solidarietà Caritas Firenze e Casa Accoglienza Il Samaritano. Un confronto su come la Riforma Cartabia sia intervenuta in modo significativo sugli istituti, in particolare su come abbia implementato le ipotesi di mediazione in sede penale, sulla finalità di conseguire accordi bonari producendo effetti anche sul trattamento sanzionatorio e sull’introduzione dell’elenco di mediatori esperti. “Studi certificati – dice Vincenzo Lucchetti, presidente Fondazione Solidarietà Caritas di Firenze – hanno dimostrato che, a livello nazionale, la percentuale di recidiva tra i detenuti che intraprendono percorsi alternativi è pari al 2%. Per chi sconta la pena in carcere fino all’ultimo giorno di detenzione, al 70%. Perché non investire maggiormente sulle strutture?”. Il Comune di Firenze eroga il servizio tramite la casa Il Samaritano, un centro di accoglienza residenziale maschile per adulti gestito da Fondazione Solidarietà Caritas e che conta quattordici posti letto per persone in Misura alternativa alla detenzione (Mad), più altri quattro per i cosiddetti “permessanti”, coloro che usufruiscono di un permesso premio per uscire temporaneamente dal carcere. Le domande di ingresso vengono valutate mensilmente dal Coordinamento Area Detenzione, che include Il Samaritano, l’Associazione C.i.a.o e un assistente del Servizio sociale del Comune di Firenze. “I posti disponibili – continua il presidente Lucchetti – sono pochi se si considera che i detenuti della casa circondariale di Sollicciano sono seicento uomini, cinquanta donne, più altre novanta persone che si trovano presso l’istituto penitenziario Mario Gozzini. Per i detenuti e gli ex detenuti la mancanza di un alloggio, oltre a rappresentare un disagio personale e sociale, si trasforma spesso in un vero e proprio impedimento rispetto alla fruizione di un diritto”.
Gli ospiti della casa Il Samaritano sono accompagnati da un’equipe di educatori e, settimanalmente, da uno psicologo. “Seguiamo la persona a 360 gradi – spiega Alina Cristina Tamas, responsabile del centro e dell’area giustizia di Fondazione Solidarietà Caritas – partendo dall’ascolto e dall’accoglienza”. Il prossimo obiettivo è quello di “attivare la medesima struttura dedicata all’accoglienza delle donne che, al momento, a Firenze manca del tutto”. Fondazione Solidarietà Caritas Firenze, oltre ai servizi residenziali, dispone di uno sportello Map – Lpu (Messa Alla Prova – Lavori di Pubblica Utilità) al quale si sono rivolte novantacinque persone attualmente in carico e centoventi in lista di attesa.