Per i vescovi italiani, “hanno bisogno di una parola profetica” tre questioni: la denatalità, il fenomeno migratorio e la pace. È quanto si legge nel comunicato finale della 79ª Assemblea generale della Cei conclusasi oggi in Vaticano.
“Se da un lato occorrono soluzioni strutturali per garantire alle nuove generazioni stabilità e occupazione, dall’altro è importante ripetere che senza generatività e accoglienza non c’è futuro né speranza”, viene osservato. Inoltre, “bisogna lavorare per costruire la pace, senza reticenze e con passi concreti quali, ad esempio, la scelta di non investire su realtà che finanziano la produzione e il commercio di armi, come peraltro suggerito e indicato nel documento ‘La Chiesa cattolica e la gestione delle risorse finanziarie con criteri etici di responsabilità sociale, ambientale e di governance’ elaborato nel 2020 dalle Commissioni episcopali per il servizio della carità e la salute e per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace”. “La pace, invocata per il mondo intero nella Veglia di preghiera del 20 maggio in San Pietro, continua a essere una preoccupazione costante dei vescovi italiani che hanno espresso la volontà di dedicare al tema una riflessione più ampia. Durante i lavori, è stata ribadita la necessità di trovare vie concrete di riconciliazione, favorendo il dialogo e organizzando – come diceva Mazzolari – la pace così come altri organizzano la guerra”.