“Il decreto che riguarda le Comunità energetiche rinnovabili è stato un lavoro a più a mani che ha permesso di arrivare ad un prodotto importante sotto l’aspetto ambientale – perché sviluppa il percorso delle energie rinnovabili con la sfida mondiale della decarbonizzazione – e sotto l’aspetto culturale – perché significa una start-up giuridica con centinaia di migliaia di soggetti, persone o famiglie”. Lo ha affermato oggi pomeriggio Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, durante la conferenza stampa di presentazione delle Vademecum per le Comunità energetiche rinnovabili, preparato dal Tavolo tecnico dedicato al tema della Segreteria generale della Cei.
Il ministro ha voluto esprimere “gratitudine alla Cei per il contributo e per le proprie osservazioni”. È proprio “in questa sede – ha evidenziato – che abbiamo elaborato la questione della mutualità al fine di non avere la riduzione della quota di beneficio. E la cosa è servita in sede di trattativa europea quando ci hanno posto la questione delle imprese”.
Per Pichetto, le Comunità energetiche rinnovabile “non vogliono essere un semplice esperimento ma un’esperienza di produzione e autoconsumo” per “raggiungere, anche con l’impegno della Cei, tutta una serie di borghi nei quali il servizio pubblico civile è sempre stato un tutt’uno con la parte religiosa”.
Il ministro ha assicurato che “continuerà il confronto per avere un costante aggiornamento del Mase per le speriamo pochissime o nessuna correzione” che si renderanno necessarie “strada facendo, perché essendo anche un’innovazione di carattere giuridico è giusto avere la riserva del dubbio”.