“La transizione energetica non è un percorso lineare e mono-dimensionale. Al contrario interessa tre sfere di azione tra loro collegate: l’acquisto, la produzione e il consumo di energia. Non vi può essere sostenibilità se non si pongono limiti al consumo e alle inefficienze che creano dispersione. Così come bisogna domandarsi quali siano le fonti impiegate nella sua produzione”. Lo scrive il presidente della Cei, card. Matteo Maria Zuppi, nella prefazione al Vademecum “Le comunità energetiche rinnovabili: elementi etici, tecnici, economico-giuridici per gli enti religiosi” curato dal Tavolo tecnico della Cei e presentato oggi a Roma.
“Le Comunità energetiche rinnovabili – rammenta il porporato – hanno suscitato particolare interesse a partire dall’enciclica Laudato si’ e dalla Settimana sociale dei cattolici a Taranto”. Ricordando che “a partire dalla fine del 2022, la Segreteria generale della Cei ha costituito un Tavolo tecnico che riunisce gli Uffici che a vario titolo sono impegnati sul tema al fine di coordinarne gli sforzi e l’attività”, il card. Zuppi sottolinea che “si registra un grande interesse e una grande vivacità in merito alle Cer a tutte le latitudini del nostro Paese, dimostrando una grande capacità di forze generate dalle Chiese in Italia”.
Secondo il presidente della Cei, “il successo di tali progetti non si esprimerà nel loro numero ma nella loro qualità”. “Tanto più le Comunità energetiche saranno innanzitutto ‘comunità’, raccogliendo le energie migliori all’interno delle nostre Chiese e della società più in generale – osserva il card. Zuppi – tanto più sapranno includere i soggetti più fragili e svantaggiati creando percorsi virtuosi; tanto più sapranno essere strumento per una corretta gestione dei beni e delle risorse affidate alle Chiese per le generazioni future di fedeli, solo così avremo messo in atto quanto ci ricorda Papa Francesco nella Laudate Deum: ‘La fede autentica non solo dà forza al cuore umano, ma trasforma la vita intera, trasfigura gli obiettivi personali, illumina il rapporto con gli altri e i legami con tutto il creato’ (LD 61)”.