Eugène Green ha ricevuto il Premio Robert Bresson Speciale, consegnato durante la cerimonia realizzata in occasione del 25° anniversario della morte del regista a cui è intitolato il premio, nella prestigiosa cornice dell’Italian Pavilion al Festival di Cannes. Il premio è conferito dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e dalla Rivista del Cinematografo, con il Dicastero per la Cultura e l’Educazione e il Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede.
Mons. Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, espressione della Cei, Conferenza episcopale italiana, ha sottolineato il senso di questo riconoscimento assegnato a Green: “Il Premio Bresson da 25 anni rappresenta il massimo riconoscimento che la Chiesa assegna ad un protagonista dell’arte cinematografica, in particolare per evidenziare il valore di quei registi che, sulla scia di Robert Bresson, sanno raccontare la complessità dell’esistenza umana con profondità e sensibilità, contemplando nell’ insieme della propria opera la dimensione spirituale dell’esistenza umana. Eugène Green è un autore che ha saputo proporre e mantenere uno sguardo autentico nel panorama cinematografico contemporaneo, capace di mostrare la verità dell’uomo e delle cose. Per questo le sue opere incarnano il valore più profondo di questo Premio”.
Eugène Green, noto per la sua visione artistica unica e la sua capacità di intrecciare spiritualità e arte cinematografica, ha espresso profonda gratitudine per il Premio e ha spiegato: “Non avendo iniziato da giovane a fare cinema ho avuto il tempo per pensare a quale dovesse essere la qualità essenziale del cinema. Sono inoltre autodidatta e per questo il riferimento a Bresson era molto prezioso, perché è un regista che aveva capito che il cinema utilizza il mondo cosiddetto reale come materia bruta, ma il cineasta ha la possibilità di fare apparire in questi frammenti di realtà un’energia spirituale, un mondo invisibile tra il visibile. Gli aspetti formali del mio linguaggio cinematografico sono pensati per rendere possibile questa operazione quasi alchemica, una cosa molto precisa, tecnica, e allo stesso tempo miracolosa. Tutti gli elementi particolari del mio linguaggio hanno questo scopo. E conclude: Non esiste cultura senza spiritualità”.