“Per non perdere vitalità e capacità comunicativa la Chiesa deve fare i conti con la cultura nel suo insieme, prendendo in considerazione tanto le élite intellettuali laiche che la dominante cultura di massa”. Ne è convinto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, che ha terminato la sua introduzione ai lavori della 79ª Assemblea generale dei vescovi italiani, in corso in Vaticano fino al 23 maggio, con un monito preciso: “Senza rapporti con il mondo della cultura, la Chiesa perde anche il contatto con il mondo sociale, oggi molto più estesamente scolarizzato e acculturato di quanto fosse nella prima metà del secolo scorso”. “Nonostante l’originalità e la determinazione di Papa Francesco, dobbiamo chiederci se non pecchiamo di timidezza e di mancanza di fantasia creativa in ambito culturale”, l’invito di Zuppi, secondo il quale “una Chiesa che non sia militanza e immaginazione culturale soffre di una colpevole, grave mancanza e omissione: non rende vivo e attuale il messaggio cristiano”. “La Chiesa deve aiutare la discussione critica delle ideologie, dei miti, degli stili di vita, dell’etica e dell’estetica dominanti”, la proposta del presidente della Cei: “Se è vero che la Chiesa ha bisogno di cultura, aggiungerei che è anche la cultura ad avere bisogno del punto di vista cristiano”.