“La mancanza di azione da parte delle autorità è inconcepibile, data la presenza dell’Esercito, della guardia nazionale e della politica nella regione”. A denunciarlo, la diocesi messicana di San Cristóbal de las Casas, guidata dal vescovo Rodrigo Aguilar Martínez, di fronte agli atti di violenza che continuano insanguinare il Chiapas, lo Stato messicano più meridionale. In particolare, il documento cita il massacro più recente, nel quale sono state assassinate a Nueva Morelia 11 persone. Dopo aver commesso gli omicidi, gli autori hanno dato fuoco alla casa, lasciando alcuni dei corpi completamente bruciati. Tutti loro sono stati riconosciuti come persone resistenti alle azioni delle bande criminali. Un atto che è solo l’ultimo di una lunga catena di omicidi, attacchi alla popolazione civile, sfollamenti forzati di intere comunità. Nel documento, indirizzato alle autorità locali, statali del Chiapas, e federali, si ricorda che “i morti hanno volti, nomi e i loro cuori continuano a battere nel grembo della madre terra”. Tanti omicidi, ricorda la diocesi, rimangono impuniti, centinaia di persone scomparse che si aggiungono alla lunga lista degli invisibili, di fronte a inerzia e omissioni da parte delle autorità proposte e delle forze dell’ordine. “Abbracciamo i cuori e incoraggiamo la speranza del nostro popolo sofferente che la saggezza di Dio trovi vie di pace e giustizia per tutti”, l’auspicio della diocesi, che chiede un ritorno “sicuro, libero e incondizionato” delle comunità sfollate nelle loro abitazioni, e l’immediato disarmo dei gruppi criminali.