Pentecoste: mons. Ferretti (Foggia), “è un soffio di speranza”. “Da qui può partire con più forza una via di amore per la nostra città, mettiamoci tutti al lavoro”

(Foto arcidiocesi Foggia-Bovino)

“Guerra, violenza, in tante parti del mondo. Incertezza per il futuro, angoscia per il domani. Viviamo tutti con fatica questo tempo. Non solo gli adulti, ma anche chi è giovane vive i suoi problemi. Perché allora siamo qui? Cos’è la Pentecoste? La Pentecoste è un soffio di speranza. La Pentecoste è un soffio di aria buona, pulita e generosa”. Si è aperta con queste parole la riflessione che mons. Giorgio Ferretti, arcivescovo di Foggia-Bovino, ha voluto condividere sabato sera nella veglia di Pentecoste con la quale ha incontrato per la prima volta i giovani della diocesi.
“Lo Spirito Santo è un dono anche di oggi”, ha proseguito il presule: “Lo Spirito, come una fiamma, arde su ognuno di noi. Lo possiamo vedere con gli occhi dell’anima”. “Sì, lo Spirito è su ognuno”, ha spiegato: “Sui peccatori e sui giusti; su quelli che si sentono cattivi e su quelli che non si sentono così; sui pigri e sui più generosi. Perché nessuno è dimenticato da Dio. Nessuno è dimenticato dal suo Spirito. Lo Spirito può riempire il cuore di ognuno, se solo noi lo vogliamo”. Mons. Ferretti ha esortato: “Non chiudiamoci! Fuggiamo il vittimismo, brutta malattia, che ci fa pensare che tutto va male, che nulla si può cambiare.” “E allora che fare? Emigrare, fuggire, cambiare aria. ‘Fuggi da Foggia…’. Ma il vittimismo è un peccato!”, ha ammonito l’arcivescovo. “Chi cambierà le cose che non vanno? Chi cambierà questa terra?”, ha domandato, per poi rispondere: “Lo Spirito ricorda alla Chiesa che Cristo è risorto. Ricorda a ciascuno di noi: non sprecarti a cercare la vita tra le cose morte! È risorto! Ti attende in Galilea! E la Galilea dove ci aspetta è qui, è la nostra città. La Galilea è Foggia: cambiamola con le nostre mani!”. “Facciamola bella, accogliente verso gli immigrati, solidale verso i bisognosi”, l’invito dell’arcivescovo: “Sogniamola insieme e insieme rimbocchiamoci le maniche: giovani e adulti. Con i nostri sacerdoti, mettiamoci tutti al lavoro”.
“Lo Spirito Santo – ha proseguito mons. Ferretti – rianima, con un amore comunicativo i discepoli di Gesù. C’è bisogno di quell’amore che lega. C’è bisogno di quell’amore che guarisce la solitudine. C’è bisogno di amore verso quelli che ti sono vicini, verso quelli della tua famiglia, verso i tuoi amici. Ma c’è anche bisogno di amore per quelli che sono lontani, che non hanno niente a che fare con te. E se mancano uomini d’amore, se mancano donne d’amore, non è mai troppo tardi per iniziare ad amare: comincia tu! Cominciamo insieme!”. “Dalla Pentecoste, da qui, può partire con più forza una via di amore per la nostra città”, la convinzione dell’arcivescovo: “Ognuno di noi, sorelle e fratelli, illuminato dallo Spirito, come con una fiamma, potrà essere luce di simpatia nel mondo, nel buio, nel dolore, nella rassegnazione. Saremo testimone d’amore!”.

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