“Siamo un Paese povero di giovani e di giovani sempre più poveri. La gelata demografica che stiamo attraversando è un tema ben presente nel dibattito pubblico italiano; viviamo in un mondo in cui avere figli è una scelta desiderata, ma non scontata, che va sostenuta per poterla realizzare nel modo migliore perché ogni figlio che viene al mondo ha bisogno di un investimento da parte dei genitori e di tutta la comunità in cui cresce”. Lo ha detto questo pomeriggio il demografo Alessandro Rosina (Università Cattolica), intervenendo alla sessione pomeridiana del convegno “Prima i bambini: ieri, oggi, domani”, promosso a Roma dalla Fsm in occasione del proprio 50° di fondazione. “Un rapporto equilibrato tra generazioni ruota intorno alla media di due figli per coppia ma in Europa tutti i Paesi stanno andando sotto questa soglia Quindi il deficit di rinnovo e di ricambio generazionale riguarda molti Paesi: l’Europa e tutto il mondo industrializzato stanno andando verso una situazione di carenza di capacità di rinnovo generazionale”, ma “all’interno di questa crisi demografica generale c’è un’anomalia italiana che fa capire che noi stiamo investendo di meno sulle nuove generazioni a livello qualitativo e quantitativo – ha sottolineato Rosina –. La nostra differenza con gli altri Paesi, quello che caratterizza l’Italia, è il processo di ‘de-giovanimento’: i giovani sono sempre meno e sono sempre più poveri perché non consideriamo le nuove generazioni un bene collettivo su cui tutta la società ha convenienza ad investire”. “Abbiamo bisogno – ha concluso il demografo – di un forte piano di investimenti sulle giovani generazioni, un piano che è conveniente per tutti”.