Il “discernimento” su un presunto fenomeno soprannaturale “è compito del vescovo diocesano”, ma poiché, “oggi più che mai, questi fenomeni coinvolgono molte persone che appartengono ad altre diocesi e si diffondono rapidamente in diverse regioni e Paesi”, le nuove Norme del Dicastero per la Dottrina della Fede per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali, diffuse oggi, stabiliscono che il Dicastero “deve essere consultato e intervenire sempre per dare un’approvazione finale a quanto deciso dal vescovo, prima che quest’ultimo faccia pubblica una determinazione su un evento di presunta origine soprannaturale”. “Se prima interveniva, ma si chiedeva al vescovo di non nominarlo neppure, oggi il Dicastero manifesta pubblicamente il suo coinvolgimento e accompagna il vescovo nella determinazione finale”, si spiega nel nuovo testo. In sintesi, “il discernimento dei presunti fenomeni soprannaturali è fatto sin dall’inizio dal vescovo diocesano, o eventualmente da altra autorità ecclesiastica, in dialogo con il Dicastero”. In ogni caso, “non potendo mai mancare una particolare attenzione orientata al bene comune di tutto il popolo di Dio, il Dicastero si riserva comunque la possibilità di valutare gli elementi morali e dottrinali di tale esperienza e l’uso che ne viene fatto”. A volte, si precisa nelle nuove norme, “il discernimento può occuparsi anche di delitti, manipolazioni delle persone, danni all’unità della Chiesa, profitti economici indebiti, gravi errori dottrinali, che potrebbero provocare scandali e minare la credibilità della Chiesa”. In alcuni casi, inoltre, il Dicastero può intervenire “motu proprio”: “dopo essere arrivati ad una “determinazione chiara”, le nuove Norme prevedono che “il Dicastero si riserva, in ogni caso, la possibilità di intervenire nuovamente a seguito dello sviluppo del fenomeno” e chiedono al vescovo di “continuare a vigilare” per il bene dei fedeli.