“Oltre tre miliardi e mezzo di persone vivono in regioni altamente sensibili alle devastazioni del cambiamento climatico, e questo spinge alla migrazione forzata”. A ribadire il dato è stato il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti all’Incontro promosso dalle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze Sociali sul tema: “Dalla crisi climatica alla resilienza climatica”. ”Vediamo in questi anni quanti fratelli e sorelle perdono la vita nei viaggi disperati, e le previsioni sono preoccupanti”, ha denunciato Francesco, secondo il quale ”difendere la dignità e i diritti dei migranti climatici significa affermare la sacralità di ogni vita umana ed esige di onorare il mandato divino di custodire e proteggere la casa comune”. Tre le soluzioni proposte dal Papa per invertire la rotta: “adottare un approccio universale e un’azione rapida e risoluta, in grado di produrre cambiamenti e decisioni politiche; invertire la curva del riscaldamento, cercando di dimezzare il tasso di riscaldamento nel breve arco di un quarto di secolo; puntare a una de-carbonizzazione globale, eliminando la dipendenza dai combustibili fossili”. Per Francesco vanno rimosse, inoltre, “le grandi quantità di anidride carbonica dall’atmosfera, mediante una gestione ambientale che abbraccia diverse generazioni”. “E’ un lavoro lungo ma lungimirante, dobbiamo prenderlo insieme”, ha aggiunto a braccio. “Salvaguardiamo le ricchezze naturali”, l’appello: “il bacino amazzonico e quello del Congo, le torbiere e le mangrovie, gli oceani, le barriere coralline, i terreni agricoli e le calotte glaciali, per il loro contributo alla riduzione delle emissioni globali di carbonio. Con questo approccio olistico si combatte il cambiamento climatico, e si affronta anche la duplice crisi della perdita di biodiversità e della disuguaglianza, coltivando gli ecosistemi che sostengono la vita”.