Misterogrande: riscoprire il matrimonio come sacramento

Gli sposi hanno perso la loro identità sacramentale, non vivono la presenza di Gesù nel loro matrimonio. È da questa consapevolezza che nasce il Progetto “Misterogrande”, un’iniziativa partita 15 anni fa dall’incontro tra don Renzo Bonetti, già direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della famiglia della Cei e coordinatore del progetto “Parrocchia-famiglia” sempre della Cei, e un gruppo di sposi provenienti da diverse diocesi italiane. Non è un’associazione, né un movimento aggregativo ma un “laboratorio permanente” dove sposi, sacerdoti e persone che amano la famiglia si riuniscono per cercare e promuovere percorsi formativi e strumenti pastorali

Gli sposi hanno perso la loro identità sacramentale, non vivono la presenza di Gesù nel loro matrimonio. È da questa consapevolezza che nasce il Progetto “Misterogrande”, un’iniziativa partita 15 anni fa dall’incontro tra don Renzo Bonetti, già direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della famiglia della Cei e coordinatore del progetto “Parrocchia-famiglia” sempre della Cei, e un gruppo di sposi provenienti da diverse diocesi italiane. Non è un’associazione, né un movimento aggregativo ma un “laboratorio permanente” dove sposi, sacerdoti e persone che amano la famiglia si riuniscono per cercare e promuovere percorsi formativi e strumenti pastorali. Tra questi l’annuale convegno teologico pastorale giunto alla 13ª edizione e in programma dal 28 al 30 giugno, presso la “Casa di accoglienza Fraterna Domus” a Sacrofano. Tema “Matrimonio e Regno di Cristo. La dimensione profetica degli sposi”. La due giorni sarà preceduta da quattro incontri di preparazione online il 3, il 10, il 17 e il 24 giugno. Per partecipare al convegno è necessario registrarsi nella sezione “iscrizioni” del sito web www.misterogrande.org. Agli albori del Progetto “Misterogrande”, il cui nome si ispira alle parole di San Paolo agli Efesini, c’è la consapevolezza da parte di don Renzo di

un divario profondo tra la dottrina della Chiesa e la vita concreta delle famiglie.

I sacramenti del matrimonio e dell’ordine, “ordinati alla salvezza altrui” e che “conferiscono una missione particolare nella Chiesa”, sono completamente assenti dai percorsi per i fidanzati. “Nessun corso prematrimoniale parla di questo – afferma –. Non si fa alcun cenno al matrimonio sacramento per la missione o alla grazia del sacramento del matrimonio” così scritto per esempio nell’esortazione apostolica “Familiaris consortio” di Papa Giovanni Paolo II, nel Catechismo della Chiesa Cattolica, nel documento pastorale del 1975 “Evangelizzazione e sacramento del matrimonio”.

“Continua a passare l’idea che il matrimonio è un sacramento per gli sposi – prosegue il sacerdote –, questo è un errore teologico grave, perché è per la Chiesa. Non si entra nella bellezza di questo dono e nella conseguente missione che questo dono comporta. Bisogna cambiare mentalità e correggere anche il linguaggio facendo capire che in Chiesa non si celebra il sacramento del matrimonio ma il rito delle nozze con il quale gli sposi iniziano ad essere sacramento per tutta la vita”.

Il Progetto “Misterogrande” vuole quindi

aiutare gli sposi a riscoprire il matrimonio come sacramento per la Chiesa,

“un dono straordinario che porta con sé una missione ben precisa per la Chiesa e il mondo intero”. Riscontrato questo vuoto di conoscenza degli insegnamenti del Magistero, don Renzo nei primi anni 2000 decise di lasciare la Cei, tornare nella sua diocesi di Verona e, in qualità di parroco, dedicarsi ad accompagnare le coppie sposate in un percorso di approfondimento del matrimonio come sacramento, aiutandole a vivere una vita spirituale più ricca, traendo forza dalla grazia che questo sacramento offre. “Ho assistito a una trasformazione della parrocchia così profonda da sorprendermi – le sue parole –. Lo Spirito Santo desidera davvero cambiare la Chiesa, anche attraverso il matrimonio. Ho visto la gioia e la rinnovata soddisfazione di famiglie che avevano ritrovato entusiasmo, coppie che riaccendevano la fiamma dell’amore grazie alla forza della grazia ricevuta”. Ha introdotto diversi strumenti pastorali dedicati: weekend formativi, ritiri spirituali, percorsi di crescita, e le Comunità familiari di evangelizzazione, volte a realizzare la famiglia come vera e propria “Chiesa domestica”.

Ricorda l’esperienza di due coniugi che qualche anno fa hanno partecipato a “Ecco lo sposo”, seminario di un weekend per aiutare gli sposi a riscoprire cosa sono “diventati con le nozze” e non a caso usa il termine “diventati”, sottolineando che è presente nel documento pastorale “Evangelizzazione e sacramento del matrimonio” nel quale è scritto che gli sposi diventano, acquistano un’altra identità. I due sposi, entrambi avvocati, finito il corso si sono presi una settimana di ferie perché, spiega don Renzo, “volevano rifare il viaggio di nozze vivendolo spiritualmente sapendo che questa spiritualità dà ancor più bellezza ai corpi, alla vita e al matrimonio”. Questi strumenti pastorali, nel giro di pochi anni, si sono diffusi anche in altre diocesi valicando i confini italiani. Al convegno annuale, che vede una partecipazione media di circa 500 adulti, partecipano anche delegazioni da Stati Uniti, Inghilterra, Spagna, Francia, Polonia, Slovacchia, Svizzera, Romania, Georgia. Gli strumenti pastorali sono conosciuti anche in Cile, in Messico, in Mongolia. “Invitiamo ai seminari il parroco o il vescovo o gli sposi interessati a sperimentare il progetto – spiega don Renzo –. Quindi consegniamo loro sussidi teologici e pastorali e gli strumenti per promuovere la famiglia Chiesa domestica come risorsa pastorale nelle parrocchie. Oggi in Italia centinaia di coppie sanno parlare del proprio sacramento”.

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