“Non abbiate paura della vita”. E’ il messaggio di Enrico Medi ai giovani che la famiglia dello scienziato intende dare incontrando gli studenti degli Istituti Scientifici marchigiani il 18 maggio, a Belvedere Ostrense, in occasione dei cinquanta anni dalla sua scomparsa. A ricordare Enrico Medi nella molteplicità dei suoi interessi – di grande attualità ancora oggi – saranno mons. Francesco Manenti vescovo di Senigallia, Giovanni Caprara presidente Ugis, il geologo Franco Foresta Martin, il giornalista Giuseppe Sangiorgi, Lorenzo Savini dirigente Scolastico del Liceo “Enrico Medi” di Senigallia. Domenica 26 maggio, presso la Chiesa dei Cancelli di Senigallia, mons. Manenti presiederà una Messa in ricordo di Enrico Medi, nato a Porto Recanati il 26 aprile 1911 e morto il 26 maggio 1974. Dopo gli studi elementari a Belvedere Ostrense, paese natale della madre, si trasferisce a Roma nel 1920 e qui in un ambiente più consono alle sue capacità si definiscono presto i tratti della sua personalità: intuizione, conoscenza intima dell’essenza delle cose, capacità di sintesi, dove tutto poteva essere capovolto e ridiscusso, Si laurea con Enrico Fermi alla famosa Università di Via Panisperna nella già allora profonda convinzione che filosofia, fisica e fede fossero in armonia e che l’una non potesse prescindere dall’altra. Costituente assieme a Bernando Mattarella, padre del Presidente Sergio Mattarella, membro del primo Parlamento della Repubblica, docente universitario direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica da lui fondato, vicepresidente dell’Euratom, Servo di Dio, Enrico Medi lega il suo nome alla famosa notte dello sbarco sulla luna, che nel 1969 lo rese famoso ai tanti italiani che seguivano la trasmissione. E poi il suo impegno politico, “una missione e non un mezzo di potere, sempre disponibile a parlare di stelle e di atomi per finire con la sua seconda sposa: La Madonna”, si legge nella presentazione dell’iniziativa.