“Tarare con attenzione l’integrazione tra i benefici della tecnologia con cui continueremo a vivere, e la valutazione sia dei rischi che delle opportunità che da esse derivano”. È il monito lanciato oggi da Adele Emanuela Cutaia, psicologa e coordinatrice Area dipendenze patologiche dell’Associazione Casa Rosetta di Caltanissetta, intervenuta al XXV Convegno di pastorale della salute in corso fino al 15 maggio a Verona. Tra le new addiction l’iperconnessione che “fa parte della vita di preadolescenti e adolescenti. In Italia il 78,3% dei giovani tra gli 11 e i 13 anni utilizza internet tutti i giorni. Il 43% dei bambini tra 6 e 10 anni nel sud Italia usa lo smartphone quotidianamente”, afferma Cutaia. Casa Rosetta, impegnata da anni sul fronte delle dipendenze, “ha attivato strategie di intervento a tutela dei giovani, utili ad arginare comportamenti a rischio”; un’attività di prevenzione con azioni “anche a supporto della comunità educante” che si affianca ai “centri d’ascolto giovanile attivi sul territorio regionale”, in particolare nelle aree interne dell’isola, “sempre più a rischio disagio e isolamento”.
Per Cutaia occorre “rafforzare e valorizzare la comune assunzione di responsabilità educativa che impegna la scuola, le famiglie, le diverse agenzie educative”, secondo il modello di intervento comunitario di Casa Rosetta applicato nel progetto “La persona al centro” – approvato dal Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del consiglio – che interviene sulle province dell’entroterra siciliano, Caltanissetta, Enna e Agrigento. L’apertura in via sperimentale di uno sportello d’ascolto all’interno di un centro di aggregazione giovanile, riferisce l’esperta, “sia nel 2022 che nel 2023 ha accolto circa 800 studenti di circa 40 istituti della provincia nissena per partecipare alle attività pedagogico-educative, ludico-ricreative e culturali, proposte al centro d’ascolto”. Un servizio rivolto anche ai genitori in difficoltà ad affrontare i cambiamenti legati alla crescita dei propri figli. “Abbiamo il dovere – conclude Cutaia – di dare fiducia e una guida ai giovani. Sono loro che oggi chiedono di essere e vogliono esserci, essere parte del tutto, essere parte del presente”. Sulla stessa linea Luciano Squillaci, presidente Federazione italiana comunità terapeutiche (Fict), che dopo avere inaugurato la sessione, afferma in chiusura: “Il principale antidoto al disagio dei ragazzi e all’uso di sostanze è la relazione, esserci; la sfida più importante è quella della speranza, far immaginare ai nostri adolescenti che esiste un orizzonte, un futuro, che per noi era un fatto scontato, sul quale costruire la propria vita. È su questo che bisogna lavorare”.