Migranti: Sea-Watch, “Enac vuole impedire ai nostri aerei di testimoniare cosa succede nel Mediterraneo. Non ci fermeremo”. Partito volo di ricognizione da Lampedusa

Un momento di uno sbarco della Sea-Watch a Messina (Foto Twitter)

“Vogliono impedire ai nostri aerei di testimoniare cosa succede nel Mediterraneo. Noi non ci fermeremo”. Lo ribadisce l’Ong tedesca Sea-Watch, commentando le ordinanze dell’Enac (Ente nazionale aviazione civile) che impediscono agli aerei delle organizzazioni umanitarie che salvano vite nel Mediterraneo centrale di svolgere le loro missioni di monitoraggio. Secondo Sea-Watch le ordinanze “hanno il chiaro scopo di fermare i nostri aerei da ricognizione, ovvero gli unici occhi della società civile nel Mediterraneo – si legge in un comunicato –. Occhi fondamentali per documentare le quotidiane violazioni dei diritti umani che vi avvengono, comprese quelle perpetrate dalla cosiddetta guardia costiera libica attraverso le motovedette e le risorse generosamente elargite dal Governo italiano”. “Fermare gli aerei delle Ong vuol dire rendere cieca la società civile e i cittadini italiani ed europei rispetto a quanto avviene nel Mediterraneo come risultato delle politiche migratorie dei loro governi. Un atto vigliacco e cinico di chi usa la criminalizzazione delle Ong come strumento di propaganda politica in vista delle imminenti elezioni per il rinnovo del parlamento europeo”. Sea Watch ribadisce l’intenzione di non fermarsi “anche a costo di mettere in pericolo i nostri aerei. Questo attacco che calpesta il diritto internazionale non ci impedirà di continuare a dare fastidio a chi vorrebbe che quanto avviene quotidianamente nel Mediterraneo rimanesse segreto e senza foto e video a documentarlo”. Due ore fa hanno infatti pubblicato su X un video in cui si vede il loro aereo di ricognizione “Sea bird” partire da Lampedusa per una missione di monitoraggio. Al momento sta monitorando una imbarcazione proveniente dalla Libia: “Il nostro equipaggio ha diffuso l’allerta ai mercantili nella zona, ricordandogli il dovere di prestare assistenza a chi ne ha bisogno”.

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