Messa e supplica a Madonna di Pompei: mons. Caputo (arcivescovo), “pregheremo tutti assieme per la pace”

(Foto santuario di Pompei)

“In questa città, in questo santuario, lei è di casa, in quanto vescovo della diocesi che ha dato i natali alla monopolitana Marianna Farnararo, che per un imperscrutabile disegno della Provvidenza ha fondato, assieme al coniuge, il beato Bartolo Longo, il santuario della Madonna del Rosario, le Opere di carità e finanche la Congregazione delle Suore Domenicane Figlie del Santo Rosario di Pompei. Proprio a Monopoli fu educata al culto, anche grazie alla presenza della Confraternita del SS. Rosario molto attiva in Città, e alla carità nell’educandato di un Istituto religioso”. Lo ha detto, stamattina, l’arcivescovo di Pompei, mons. Tommaso Caputo, nel saluto a mons. Giuseppe Favale, vescovo di Conversano-Monopoli, all’inizio della celebrazione della messa che a Pompei precede la recita, alle 12, della supplica alla Madonna del Rosario.
“Trasferitasi a Napoli e poi rimasta vedova del Conte Albenzio De Fusco a soli 27 anni e con cinque figli, conobbe, grazie alla sua cara amica Santa Caterina Volpicelli, il giovane avvocato Bartolo Longo, al quale affidò l’amministrazione dei beni ricevuti in eredità a Valle di Pompei.
E fu così che Bartolo Longo, in Località Arpaia, ricevette la chiamata che cambiò la storia di questa valle, allora desolata: ‘Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. È promessa di Maria. Chi propaga il Rosario è salvo!'”, ha ricordato mons. Caputo, evidenziando che “dalla sua adesione a questo invito della Vergine e dal coinvolgimento entusiasta di Marianna Farnararo De Fusco è nato tutto quello che vediamo intorno a noi: il santuario, le opere di carità e la stessa città di Pompei. Assieme alla contessa, ha propagato il Rosario, approfondendone l’anima contemplativa e cristologica, si è fatto apostolo di questa preghiera in tutto il mondo e ha dato vita ‘alla nuova città dell’amore a Pompei’, accogliendo nelle sue opere migliaia di orfani, figli e figlie dei carcerati, poveri, persone in difficoltà”. Impegno, ha sottolineato l’arcivescovo di Pompei, “che non si è mai interrotto e che ancora oggi, in strutture modernizzate e con modalità aggiornate alle nuove povertà, viene portato avanti da associazioni, famiglie, religiosi, religiose, educatori, volontari ecc., che, assieme alle persone ospitate, sono presenti in piazza e che saluto con affetto e riconoscenza”.
Non è mancato un pensiero per la pace. “Oggi, ‘in questo giorno solenne’, nel quale, in tutto il mondo, i devoti della Madonna di Pompei si ritrovano nelle centinaia di chiese e cappelle a lei dedicate, ad ogni latitudine, pregheremo tutti assieme, innanzitutto per la pace, cui è dedicata la monumentale facciata del nostro santuario, e della quale il mondo ha assolutamente bisogno. E poi affideremo alla Vergine tutte le nostre intenzioni e quelle dei nostri cari, chiedendole di intercedere presso il Padre celeste affinché possiamo essere ogni giorno uomini e donne di pace”.

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