Si intitola “Per il nostro futuro comune in un’Europa forte” il documento che i leader delle Chiese cristiane in Germania hanno pubblicato in vista delle elezioni del Parlamento europeo. Il momento storico presenta complesse sfide politiche, economiche e sociali, con “un numero sempre crescente di sistemi autocratici e aggressivi”, spiega il documento, di guerre – in Ucraina e nel mondo – le cui conseguenze “plasmeranno la politica europea dei prossimi anni”. Il documento ribadisce il fatto che le Chiese cristiane “sostengono e si impegnano per un’Ue che riconosce l’inalienabile e pari dignità di tutte le persone”, la cui tutela è garantita dall’impegno per la libertà, la democrazia, l’uguaglianza, lo stato di diritto e la salvaguardia dei diritti umani. I leader cristiani esprimono la loro “ferma opposizione” a ogni forma di estremismo e con particolare decisione ricusano “l’estremismo di destra, il nazionalismo etnico e l’antisemitismo”, inoltre dichiarano per contro di sentirsi corresponsabili per la democrazia, come forma politica della libertà e per l’Ue come modello di successo di multilateralismo, pace e riconciliazione. La visione cristiana della persona umana ha conseguenze su tutti gli ambiti, spiega il documento che rivolge un appello ai responsabili politici, perché lavorino “per un’Ue cosmopolita, democratica e solidale”, e agli elettori perché scelgano “partiti che condividono e promuovono lo spirito dell’Europa, i valori e i principi enunciati”. Nella conclusione del testo ancora un richiamo forte “contro le forze politiche che, nello spirito del nazionalismo etnico, rifiutano la coesistenza di persone di diverse nazionalità o origini e cercano senza mezzi termini di abolire l’Ue”. Al contrario, solo “un’Ue forte e unita” può affrontare le sfide attuali. La vescova evangelica Kirsten Fehrs, il vescovo cattolico Georg Bätzing e l’arciprete Radu Constantin Miron, che presiede il “Gruppo di lavoro delle chiese cristiane in Germania (Ack), che firmano il documento, chiedono infine che le elezioni del Parlamento europeo non vengano usate per esprimere una protesta per le difficoltà che vive la Germania, ma in modo costruttivo, per “un’Ue che, di fronte alla guerra, alla recessione economica e alle sfide della digitalizzazione, della migrazione e del cambiamento climatico, difende tutte le persone nella loro dignità e libertà e non perde di vista i più deboli”.