Mettersi in ascolto dei ragazzi, proponendo loro la partecipazione a un questionario per comprendere in che modo immaginano e sognano il mondo del lavoro. Questa l’iniziativa delle Acli di Roma e provincia che, da sempre impegnate nella promozione e nel sostegno del lavoro dignitoso, specialmente per quanto riguarda i più giovani, in vista dell’evento LaborDì, hanno lanciato un questionario online. La ricerca, dal titolo “Il lavoro immaginato”, è rivolta ai giovani tra i 17 e i 20 anni ed è interessata a ricostruire la dimensione soggettiva del lavoro dei giovani romani con l’obiettivo di delinearne le componenti principali. I risultati del questionario, che verrà sottoposto in forma anonima, saranno poi elaborati dall’Iref (Istituto di Ricerche educative e formative) e presentati nel corso della terza edizione del LaborDì che si terrà il prossimo 18 ottobre presso l’auditorium della Tecnica.
“Pochi giorni fa – spiega Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma e provincia – abbiamo celebrato la Festa dei lavoratori. È in quel solco che abbiamo scelto di lanciare questa nostra iniziativa, per metterci in ascolto dei giovani e, in questo modo, conoscerli meglio e capire il metodo migliore per supportarli in un passaggio molto importante della loro vita rendendoli quindi pienamente protagonisti”. “Che scelgano o meno di proseguire gli studi, infatti, le ragazze e i ragazzi tra i 17 e i 20 anni – aggiunge Borzì – si trovano chiamati a fare scelte che influiranno sulle loro opportunità di inserimento nel mercato del lavoro. La fine della scuola superiore è anche un ‘punto di svolta’ nel quale percezioni, atteggiamenti e sogni possono avere un ruolo determinante nell’indirizzare le scelte. Per questo, comprendere quali siano le rappresentazioni del lavoro ‘in gioco’, è fondamentale per sviluppare azioni di supporto e orientamento efficaci ed utili”. “L’ascolto – conclude la presidente delle Acli di Roma e provincia – è già una forte azione politica e la prima forma di intervento trasformativo sul sociale. Lo ha ricordato bene anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: ‘Una democrazia si nutre, prima di tutto, della capacità di ascoltare, occorre coraggio per ascoltare’. È quindi importante farlo soprattutto quando si parla delle giovani generazioni, che sono il nostro futuro ma prima ancora il nostro presente”.