“Grazie per questo abbraccio così intenso e bello, che da qui vuole allargarsi a tutta l’umanità, specialmente a chi soffre”. È il saluto del Papa agli oltre 80mila soci dell’Azione Cattolica, provenienti da tutte le diocesi, che affollano oggi piazza San Pietro per l’incontro dal titolo “A braccia aperte”. “L’abbraccio è una delle espressioni più spontanee dell’esperienza umana”, ha ricordato Francesco: “La vita dell’uomo si apre con un abbraccio, quello dei genitori, primo gesto di accoglienza, a cui ne seguono tanti altri, che danno senso e valore ai giorni e agli anni, fino all’ultimo, quello del congedo dal cammino terreno. E soprattutto è avvolta dal grande abbraccio di Dio, che ci ama per primo e non smette mai di stringerci a sé, specialmente quando ritorniamo dopo esserci perduti, come ci mostra la parabola del Padre misericordioso”. “Cosa sarebbe la nostra vita, e come potrebbe realizzarsi la missione della Chiesa senza questi abbracci?”, si è chiesto il Papa, che ha proposto ai presenti una riflessone su “tre tipi di abbraccio: l’abbraccio che manca, l’abbraccio che salva, l’abbraccio che cambia la vita”.