La plenaria dell’Europarlamento approva nuove norme volte a migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori delle piattaforme digitali. La nuova direttiva, adottata con 554 voti favorevoli, 56 voti contrari e 24 astensioni, “mira a garantire che i lavoratori delle piattaforme digitali dispongano di una classificazione corretta della loro posizione lavorativa e a correggere il lavoro autonomo fittizio”. La norma regola inoltre, per la prima volta nell’Ue, l’uso di algoritmi sul posto di lavoro. La nuova legge obbliga i Paesi Ue a introdurre una presunzione di rapporto di lavoro subordinato (rispetto al lavoro autonomo) quando “sono presenti fatti che indicano il controllo e la direzione, conformemente al diritto nazionale e ai contratti collettivi, e tenendo conto della giurisprudenza dell’Unione”. Questa “presunzione legale confutabile del rapporto di lavoro deve avere il fine di correggere lo squilibrio di potere tra la piattaforma di lavoro digitale e la persona che vi svolge il lavoro e di aiutare il lavoratore a beneficiare della presunzione. L’onere della prova spetterà alla piattaforma, che dovrà dimostrare che non esiste un rapporto di lavoro”. “Le nuove norme garantiscono che una persona che esegue un lavoro su piattaforma non possa essere allontanata o licenziata sulla base di una decisione presa da un algoritmo o da un sistema decisionale automatizzato”.
La relatrice Elisabetta Gualmini ha dichiarato: “Con questa direttiva, fino a 40 milioni di lavoratori delle piattaforme nell’Ue avranno accesso a condizioni di lavoro eque. Questo accordo storico darà loro dignità, protezione e diritti. Correggerà il lavoro autonomo fittizio e impedirà la concorrenza sleale, proteggerà il vero lavoro autonomo e introdurrà regole rivoluzionarie sulla gestione degli algoritmi “.